La prima filovia del nuovo millennio è la 90 Express “Labia-Termini”, un importante contributo in termini ambientaliI nuovi modelli sono lunghi 18 metri, hanno il pianale ribassato e possono trasportare fino a 152 passeggeri
Torna L'era delL'elettrico a Roma. Ieri è stata inaugurata la 90 Express “Labia-Termini” con la quale dopo 33 anni il filobus torna a percorrere le strade della capitale.
E Roma lo riscopre in una nuova veste in sintonia con le esigenze di tutela del patrimonio storico, artistico e ambientale della città.
Il debutto ha visto accendersi i riflettori sui nuovi filobus bimodali, realizzati appositamente per il ritorno nella Città Eterna.
Le nuove vetture viaggiano da largo Labia fino a Porta Pia con il tradizionale bifilare, poi, sganciate automaticamente le aste di presa di corrente, i bus proseguono fino a Termini e ritorno, ma anche nel tratto dal deposito di Montesacro all’inserimento in linea, con la batteria, in continua ricarica durante il viaggio con il bifilare attaccato.
Le vetture corrispondono, per le misure e la capienza, ai jumbo-bus a gasolio. Sono lunghe 18 metri, hanno il pianale ribassato e dispongono di un sistema di climatizzazione e ventilazione, inoltre possono trasportare fino a 152 passeggeri, 45 dei quali seduti, con una postazione riservata ai disabili.
L’impatto maggiore dell’introduzione dei filobus è quello dell’abbattimento dell’inquinamento acustico con la riduzione del 90 per cento dei rumori causati e di quello ambientale. Ogni anno, infatti, la sostituzione dei jumbo-bus tradizionali con i trenta filobus a emissioni zero, consentirà di ridurre di 1434 tonnellate di anidride carbonica (CO2), di 23 tonnellate le emissioni di ossidi di azoto (Nox), di 11 tonnellate quelle di monossido di Carbonio (Co), e di 4 tonnellate di particolati e composti organici volatili (1,7 delle quali di Pm10).
In fatto di dettagli tecnici possiamo spiegare che la marcia con le aste in presa dal bifilare è a 750 volt in corrente continua. Sottolineare la presenza degli accumulatori per la marcia autonoma del tipo al nichel-metalli idruri con capacità specifica pari a 45 Wh/Kg del peso di 840 chilogrammi con un massimo di energia cumulabile pari a 38 Kw. Spiegare che le vetture raggiungono la velocità massima di 60 chilometri orari, il recupero energia in frenatura, presenti sei sottostazioni elettriche.
“Il ritorno del filobus – ha sottolineato l’assessore capitolino alla Mobilità, Mauro Calamante – segna un momento storico per Roma. Dopo 33 anni un mezzo di trasporto ecologico e silenzioso si riprende un pezzo di città e lo fa sfruttando i vantaggi delle moderne tecnologie in un momento in cui i romani hanno bisogno di una risposta forte sul fronte dell’inquinamento. Poter sfruttare la corrente elettrica della rete area nel tratto esterno del percorso e le batterie da Porta Pia a Termini è una soluzione che pone Roma ancora una volta all’avanguardia sul fronte della mobilità eco-sostenibile".
E con il ritorno del filobus, in piazza Sempione sarà sperimentata una pensilina innovativa, progettata dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi RomaTre. Composta di materiale non inquinante e resistente agli atti vandalici, fornirà un maggior numero di posti a sedere e una maggiore protezione da sole, pioggia o vento. Se la nuova pensilina – dotata anche di illuminazione – avrà il gradimento dell’utenza, sarà estesa al resto della linea 90 Express e sarà utilizzata anche lungo le nuove filovie 30 e 60 ExpressIl progetto del ritorno del filobus a Roma rientra nel “sogno dell’Atac” lanciato nel 1999 per puntare alla realizzazione di un trasporto pubblico a emissioni zero per il centro storico di Roma. Nel 2002, poi, la gara vinta fall’ungherese “Ganz Transelektro” assieme alla polacca “Solaris”. La linea filoviaria e il deposito di Montesacro, invece, sono state realizzate dal’associazione temporanea d’impresa di “Consorzio Cooperative di Bologna” e “Bonciani” di Ravenna
“Portare i filobus nel Centro di Roma – ha affermato il presidente dell’Atac, Fulvio Vento – senza allestire la linea aerea è stata una sfida che Atac ha accolto volentieri e – credo – abbia risolto a piena soddisfazione di tutti. E mi auguro che sia anche di buon auspicio per quanto riguarda il futuro del tram 8. La discussione sul prolungamento della linea a Termini lungo il percorso di via Nazionale è entrata in una nuova fase con la proposta, ora al vaglio delle autorità comunali, fatta da Atac: quella di optare per la soluzione scelta dal Comune di Bordeaux, ovvero di un tram senza linea aerea, alimentata da un terzo binario a terra.”
“L’impresa che ha portato al ritorno dei filobus a Roma – ha spiegato Roberto Cavalieri, presidente del Comitato Europeo dell’Uitp, l’associazione internazionale del trasporto pubblico – nasce da subito all’insegna dell’internazionalità. Per le strade della Capitale, viaggiano i “trollini” prodotti dall’ungherese “Ganz-Transelektro” in cooperazione con la polacca “Solaris”: una testimonianza applicata al settore dei trasporti del graduale ampliamento ad est delle realtà europee culminata con la trasformazione dell’Unione in una solida realtà composta da venticinque Stati membri.”
“L’Uitp – ha messo ancora in risalto Cavalieri – da decenni è impegnata sul fronte della mobilità sostenibile e anche il Congresso che fra poco più di due mesi si terrà a Roma sarà caratterizzato dalle prospettive del trasporto pubblico da qui al 2020 nell’ottica di un minor impatto ambientale possibile. L’innovazione e la costante ricerca di soluzioni alternative sono alla base di questo discorso e lo sviluppo del filobus bimodale è un valido esempio di come dalla necessità – in questo caso quella di avere un Centro storico libero dalla rete filoviaria – nasca un prodotto moderno che potrà trovare applicazione anche in altre realtà urbane.”Manu Mich. – clickmobility.it