A regioni, enti locali e Governo Confservizi ha inviato un memorandum, individuando i punti più delicati e avanzando proposte su energia, trasporti, sanità, casa e risorse idriche Si celebra oggi
A regioni, enti locali e Governo Confservizi ha inviato un memorandum, individuando i punti più delicati e avanzando proposte su energia, trasporti, sanità, casa e risorse idriche
Si celebra oggi la "Giornata Nazionale dei Servizi Pubblici Locali!.
Un'occasione di dialogo e confronto decisamente importanti anche per il mondo del trasporto.
Le associazioni regionali di Confservizi, incontreranno sul proprio territorio, tutti gli attori principali dello sviluppo territoriale.
In Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto, i rappresentanti delle aziende di servizi pubblici locali si confronteranno con il mondo dell’industria, del commercio e dell’artigianato per discutere, insieme alle istituzioni regionali e locali, il futuro del territorio.
Alle regioni e agli enti locali, che svolgono un ruolo cardine nei servizi pubblici, Confservizi ha inviato un memorandum, individuando i punti più delicati di ciascun settore ed avanzando proposte operative in particolare su energia, trasporti, sanità, casa e risorse idriche.
I trasporti, come è facile intuire, sono il servizio pubblico più “visibile”, anche per questo più facilmente criticabile – sottolineano in Confservizi -.
Un servizio che convive a strettissimo contatto con la complessità del traffico urbano e con le crescenti esigenze di mobilità delle città.
Nel documento inviato Confservizi parla del tpl come di uno dei principali volani per lo sviluppo del sistema economico.
"Attualmente è L'esame del Parlamento un Disegno di Legge, finalizzato a favorire i processi di privatizzazione, subaffidamento e fusione.
Sebbene la normativa di settore preveda che le risorse regionali coprano il 65% dei costi sostenuti per l’esercizio, allo stato attuale le amministrazioni riescono a garantire una copertura che si attesta su un valore pari al 51%.
Il grado di copertura dei costi operativi attraverso i ricavi tariffari (biglietti ed abbonamenti) si attesta ad un livello pari a poco più del 30%; tale rapporto risulta sensibilmente più elevato nelle Regioni del nord e centro Italia".
Per ridare forza al tpl Confservizi punta ad un pacchetto di richieste, messe in bella mostra nel documento, vediamole:
• creazione di un’Authority nazionale del trasporto pubblico locale
• necessità di un progetto di medio lungo termine, che partendo dall’analisi dei fabbisogni del settore, pianifichi gli step dello sviluppo definendo la forza lavoro, le risorse finanziarie, e le infrastrutture necessarie;
• maggiori risorse per incentivare la sostituzione e l’acquisizione di mezzi di trasporto a basso impatto ambientale;
• favorire l’integrazione tra imprese per competere alla pari con gli operatori stranieri
• sviluppo politica tariffaria integrata ai servizi della mobilità (Bus+parcheggio+Treno+Car sharing);
• ticket trasporto: sull’esempio del ticket restaurant
• defiscalizzazione abbonamenti.
In fatto di numeri da un conteggio veloce è dato di sapere che le aziende del tpl impiegano 100.000 addetti, servendo oltre 5.000 comuni italiani ed una popolazione di 53 milioni di abitanti.
Sui 35.000 mezzi di trasporto transitano complessivamente ogni anno più di 4 miliardi di viaggiatori, con un costante sforzo da parte delle istituzioni locali per disincentivare l’utilizzo dei veicoli privati e riuscire a garantire la regolarità del servizio ed un minor inquinamento ambientale.
Autobus, tram, metropolitane, filobus, ma anche vaporetti e funivie caratterizzano spesso il paesaggio urbano, divenendo a volte un simbolo integrato nella città.
Se il tpl dagli anni '80 al 2000 è stato "una sorta di "buco nero" in grado di inghiottire fondi pubblici dello Stato per trasformarli, spesso, in posti di lavoro, assicurando un’occupazione industrialmente fittizia ma socialmente utile" oggi lo scenario è cambiato grazie L'affermarsi di nuovi elementi quali una rinnovata coscienza ambientale e la consapevolezza scientifica dei mali generati dal traffico privato.
Novità che tengono in considerazione anche la messa a punto di un confronto fra il livello qualitativo e quantitativo dei trasporti nel nostro paese e quello degli altri Paesi europei.
"In teoria – grazie alla liberalizzazione – i cittadini italiani, almeno quelli che vivono nelle regioni a statuto ordinario, dal primo gennaio 2004 dovrebbero poter scegliere su quale autobus, tram o metro, salire e le città dovrebbero avere più operatori. Di fatto la liberalizzazione è ancora teorica.
Il problema è che le voci di costo (gasolio, assicurazione e costo del lavoro…) sono fortemente aumentate negli anni, mentre le tariffe, che coprono appena un terzo del costo di esercizio, si basano su scelte sociali e politiche.
La mancanza di risorse causa scarsi investimenti, quindi un parco veicoli ormai da sostituire. La vita media di un veicolo del trasporto pubblico locale in Europa è di 7 anni, in Italia di 11.
Nell’ambito della programmazione si sta diffondendo il ricorso a strutture intermedie tra l’amministrazione pubblica e i gestori dei servizi, le cosiddette Agenzie della mobilità, dotate in teoria di forte autonomia nell’ambito dell’attuazione degli indirizzi dell’ente di governo".Manu Mich. – clickmobility.it