Se ne è parlato ieri al convegno organizzato dalla LegaCoop dal titolo “Il taxi: biglietto da visita della città”l'assessore Zamboni rilancia l'esperienza dei taxi collettivi, soprattutto per coprire le aree non servite dai mezzi pubblici Atc
La Bologna di domani lascia emergere il modello di una nuova mobilità intelligente grazie alla collaborazione tra pubblico e privato.
I dettagli sono emersi ieri fra le pieghe di un convegno organizzato dalla Lega delle Cooperative dal titolo “Il taxi: biglietto da visita della città – Ruolo e prospettive del servizio taxi nell’ambito della mobilità delle persone nell’area bolognese”.
“Si deve riconoscere alla categoria taxi di Bologna di aver mantenuto, anche in frangenti veramente delicati un atteggiamento maturo e altamente responsabile, dimostrandosi sempre pronta al dialogo ed alla concertazione” hanno sottolineato il presidente di Legacoop Bologna Gianpiero Calzolari e il responsabile del settore Mobilità e Logistica, Rino Pensabeni.
Al convegno hanno partecipato Gianluca Iorio, presidente di COTABO, la principale cooperativa bolognese di organizzazione dei taxi, Alberto Armuzzi, presidente regionale dell’associazione nazionale Cooperative Servizi e Turismo di Legacoop, e Maurizio Zamboni, assessore alla Mobilità del Comune di Bologna.
Punto di partenza del convegno è stato il cosiddetto Decreto Bersani, ma le conclusioni presentate sono andate ben oltre.
“Paradossalmente, Bologna non ha bisogno del decreto Bersani – ha sottolineato Calzolari -. Siamo però convinti che gli obiettivi prefissati con questi provvedimenti siano più facilmente raggiungibili se si riconosce l’imprenditoria privata cooperativa (taxi, ma anche noleggi con conducente) come partner affidabile di riferimento: una componente indispensabile dinamica e professionale, che con le proprie peculiarità si può integrare con il trasporto pubblico locale assicurandogli flessibilità ed efficienza. Il nostro auspicio è di realizzare in questa città un modello originale di mobilità delle persone, che consenta una vera sostenibilità ambientale e una maggiore vivibilità del territorio, soprattutto da parte delle fasce più deboli dei cittadini.”
L´assessore ai Trasporti ha proposto di rilanciare l´esperienza dei taxi collettivi, soprattutto per coprire le aree non servite dai mezzi pubblici Atc.
L´idea di usare taxi collettivi al posto dei bus verrà messa sul tavolo in vista della discussione sul nuovo Piano Generale del traffico.
"La rete di trasporto pubblico locale – ha spiegato Zamboni – è stata disegnata vent´anni fa e ci sono nuove zone urbanizzate che non sono state raggiunte. Per servirle bisogna pensare a nuovi strumenti flessibili a metà tra taxi e bus".Manu Mich. – clickmobility.it