All’accordo potrebbero aderire otto nuove ammnistrazioni toscaneRisorse per 18 milioni di euro
Penultima tappa prima della firma delle nuove norme per il 2007 dell’accordo antismog in vigore tra Regione, Anci, Urpt e 24 comuni toscani, a cui potrebbero aderire altre 8 amministrazioni.
L’assessore regionale all’ambiente Marino Artusa ha presentato ai rappresentanti dei 24 comuni e delle possibili “new entries” i nuovi aspetti introdotti nel patto antismog per rendere più efficace la strategia congiunta e condivisa di contenimento dei livelli di inquinamento nei centri urbani.
“Il problema smog – ha sottolineato l’assessore Artusa – è una questione di salute pubblica. La Toscana, che con le misure strutturali adottate ha fatto da battistrada, si sente confortata dalle decisioni del governo che hanno impresso un’accelerazione alla applicazione e estensione integrata e trasversale delle politiche anti-inquinamento”.
Le risorse previste dalla Regione nel Piano 2007-2010 di azione ambientale (in corso di approvazione da parte della Giunta) per il risanamento della qualità dell’aria sono complessivamente 18 milioni di euro, pari a circa 4,5 milioni di euro all’anno. Ma per accedere al contributo regionale i comuni sono tenuti a presentare entro il luglio 2007 un piano di azione comunale con misure e azioni specifiche per incentivare la mobilità sostenibile e la riduzione delle emissioni inquinanti.
E’ questa una delle principali novità contenute nella revisione dell’accordo, messa a punto da un gruppo di lavoro attivo da mesi – ne fanno parte i rappresentanti di tutti i comuni sottoscrittori, oltre ai responsabili di Regione, Anci e Urpt.
“In mancanza della presentazione del piano – spiega l’assessore all’ambiente – non saranno concessi al relativo comune i finanziamenti regionali. I Comuni sono anche tenuti a cofinanziare, almeno in misura del 20%, le risorse rese disponibili dalla Regione per rispettare i valori limite in vigore per la qualità dell’aria e avviare il percorso per adeguarsi ai nuovi valori che entreranno in vigore nel 2010. I finanziamenti non sono pertanto destinati esclusivamente all’incentivazione di mezzi ecologici, ma si estendono ai progetti proposti nell’ambito dei piani”.
Nel corso del 2007 i mezzi sottoposti ai blocchi settimanali sono i ciclomotori euro 1 a due tempi, i veicoli merci euro 0 superiori a 3,5 tonnellate e le autovetture diesel euro 1.
“Particolare attenzione – prosegue l’assessore all’ambiente – va posta sui mezzi pubblici e sui mezzi commerciali per i quali va incentivata l’installazione di dospositivi idonei all’abbattimento delle emissioni di particolato. Vanno inoltre evitate il più possibile deroghe e finestre. Stiamo pensando anche a un percorso per legare la concessione degli incentivi per i mezzi ecologici alla rottamazione dei veicoli o altri mezzi sostituiti”.
I piani comunali dovranno anche prevedere i necessari processi di valutazione dell’impatto sulla qualità dell’aria delle misure adottate, che devono attenersi al divieto progressivo di circolazione per i mezzi pià inquinanti in vigore dall’inizio del 2004. Per seguire la realizzazione dei piani comunali e verificare la messa in atto delle misure, oltre che progettare nuovi interventi, è stata decisa la costituzione di un tavolo tecnico permanente. Un primo appuntamento è stato fissato per il prossimo 23 gennaio.
Un’altra importante novità riguarda il settore degli impianti termici, che insieme a mobilità e settore produttivo, sono responsabili dell’inquinamento atmosferico nei centri urbani. Nei Comuni con più di 40.000 abitanti e presso le province saranno costituiti dei catasti degli impianti di climatizzazione.
“Con questo complesso di misure che rientrano nel piano di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria, di cui sta per essere approvato a breve dalla Giunta regionale il documento preliminare – ha detto ancora Artusa – dovremmo riuscire ad aggiudicarci ulteriori risorse (fino a 10 milioni di euro), stanziate dal governo per le regioni che hanno messo a punto il piano. A queste potrebbero aggiungersi altri 5 milioni previsti per le regioni con aree metropolitane, come è il caso della piana Firenze-Prato Pistoia. L’importante è procedere sul percorso virtuoso imboccato, e capire che sono necessarie politiche integrate, soprattutto con il settore dei trasporti e con quello produttivo. Si colloca in questa direzione la nostra richiesta, formulata a Autostrade spa, nell’ambito della valutazione di impatto ambientale nazionale per la variante di valico do farsi carico dell’inquinamento provocato”.
Nell’incontro sono stati anche illustrati i dati Arpat sui rilevamenti per il Pm10.
“Condividiamo le analisi e le richieste avanzate alla Regione da Legambiente – afferma l’assessore – ma è necessario un approfondimento in quanto i dati forniti da Arpat alla Regione sono differenti”. M. Gio M. – clickmobility.it

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