Dallo studio emerge un forte rallentamento dei traffici e dei transiti, unitamente ad un aumento degli incidenti stradali e alla lievitazione dei costi esterni per le impreseL’Italia centrale costituisce la destinazione di quasi il 60% dei beni prodotti in Umbria, il nord-ovest circa il 24%, sud e isole 15% e nord-est il rimanente 2
Scarsa accessibilità, carenze infrastrutturali, in particolare dove maggiore è la presenza di unità produttive, e posizione marginale rispetto alle grandi direttrici europee e nazionali: sono queste le principali criticità delle infrastrutture di trasporto dell’Umbria secondo una indagine commissionata da Unioncamere Umbria alla Società Aster su “La domanda dei servizi di trasporto merci e logistica in Umbria”.
Nella ricerca, presentata venerdì a Perugia alla presenza del presidente di Unioncamere Umbria, Adriano Garofoli, dell’assessore ai Trasporti della Regione Umbria, Giuseppe Mascio e del direttore generale Uniontrasporti, Vittorio Macchitella, si evidenzia come l’attuale situazione “può causare nel lungo periodo una diminuzione della qualità dei servizi ed una difficoltà di soddisfacimento della domanda di trasporto da parte delle imprese”.
Anche se – si sottolinea – gli interventi in programma consentiranno di rompere l’isolamento della regione. In particolare l’adeguamento della Orte-Mestre, principale arteria del traffico regionale, e la realizzazione del Quadrilatero Umbria-Marche, che permetterà di ridurre il deficit di collegamenti stradali con la rete nazionale agevoleranno anche i raccordi con le piattaforme logistiche di Terni, Foligno e Città di Castello.
Relativamente alle infrastrutture stradali le maggiori criticità evidenziate nella ricerca sono quelle della E45 (“che presenta un grado elevato di congestione in corrispondenza degli attraversamenti urbani ed intensi flussi di traffico”), ed delle strade che servono le aree a maggiore concentrazione imprenditoriale. Si riscontra inoltre la presenza di modesti standard funzionali delle attuali strade trasversali, che rendono difficile l’accessibilità ai territori regionali esterni non direttamente serviti dalle infrastrutture principali.
Dallo studio emerge un forte rallentamento dei traffici e dei transiti che gravitano sul territorio, unitamente ad un aumento degli incidenti stradali e alla lievitazione dei costi esterni per le imprese.
Per quanto concerne la dotazione ferroviaria, nell’indagine si evidenzia una scarsa capillarità della rete, a fronte di concentrazioni imprenditoriali diffuse a macchia su tutto il territorio. L’elevato indice di dotazione ferroviaria, determinato da un miglioramento dell’accessibilità negli ultimi anni, costituisce comunque un “grande potenziale” che, con opportuni piani di ammodernamento della rete o politiche di accompagnamento, permetterà di sviluppare l’intermodalità.
L’analisi della domanda di servizi logistici è stata ricavata da una indagine condotta su 205 aziende umbre del manifatturiero, dell’alimentare e della grande distribuzione.
“La rilevazione – ha sottolineato Chiara Vivoli (Società Aster) – non ha incluso la più grande industria del settore metallurgico dell’Umbria, in quanto dotata di una propria struttura organizzativa per i servizi di trasporto e logistica”.
L’area dell’Italia centrale costituisce la destinazione di quasi il 60% dei beni prodotti in Umbria, il nord-ovest di circa il 24%, il sud e le isole del 15% ed il nord-est del rimanente 2,7. In merito alle modalità di trasporto, quasi l’83% delle merci viene movimentata esclusivamente su gomma, mentre risulta estremamente basso l’utilizzo del trasporto ferroviario sia nella modalità esclusiva (1%) che in quella combinata con altre forme di spostamento. Il valore medio del costo della logistica sul fatturato si attesta intorno al 5-6% anche se per il 60per cento delle imprese questo valore è inferiore al 5%. La maggior parte delle imprese è portata ad esternalizzare le funzioni connesse alla logistica. Complessivamente, il 42% dei trasporti è affidato ai “padroncini”, il 54% a corrieri ed il 36% a spedizionieri.
Relativamente al livello di soddisfazione per le infrastrutture sono da rimarcare le forti percentuali di aziende che dichiarano di non utilizzare la rete ferroviaria (86%), gli interporti (90% e le piattaforme logistiche (88%), mentre il livello di soddisfazione espresso è piuttosto basso anche per la rete stradale, sia ordinaria che di grande comunicazione (E45). Metà del campione è insoddisfatto della rete autostradale che usualmente percorre, anche fuori delle tratte di pertinenza umbra.
Per quanto riguarda le altre modalità di trasporto il livello di soddisfazione è più alto ma attiene ad infrastrutture che si trovano fuori regione.
Per quanto riguarda i servizi legati al trasporto, la maggior parte del campione non evidenzia particolari criticità, anche perché vi è una bassa domanda di questi servizi, soprattutto di quelli più avanzati come la gestione di pratiche bancarie o l’assicurazione delle merci. Le aziende umbre scelgono i fornitori dei servizi di logistica prevalentemente per affidabilità e fiducia (il 72%), rispetto dei tempi di consegna (72%) e costo (66%).
Alle piccole imprese necessita soprattutto l’assicurazione delle merci, il “tracking e tracing”, la certificazione di qualità e l’attività di sdoganamento delle merci. Con l’aumentare della dimensione d’impresa cresce il numero e la tipologia di servizi richiesti a fornitori esterni.
“Apprezzamento” per lo studio, che offre in maniera sistematica “una visione aggiornata delle esigenze del trasporto merci in Umbria – è stato espresso dall’assessore regionale ai trasporti Giuseppe Mascio. La ricerca, che tiene conto dei servizi presenti e di quelli necessari ad attuare una ormai condivisa strategia per la realizzazione della futura rete infrastrutturale regionale – ha detto l’assessore -, ci dà indicazioni importanti anche per determinare quelle che sono le effettive priorità per l’Umbria. Ciò nella consapevolezza che per completare il disegno infrastrutturale umbro sarà necessario uno sforzo intenso di lavoro e di risorse finanziarie da qui al 2020 e che il collegamento ai sistemi infrastrutturali e di logistica internazionali rappresenta sicuramente la priorità assoluta fra quelle regionali.
Per quanto riguarda le piattaforme logistiche regionali – ha poi ricordato l’assessore – la progettazione delle tre infrastrutture è stata ultimata. Entro il 31 dicembre 2007 sarà indetta la gara d’appalto per la realizzazione della piattaforma logistica Città di Castello/San Giustino, per un importo complessivo di 12 milioni d’euro, ed entro dicembre 2008 sarà bandita la gara d’appalto delle piattaforme di Foligno e di Terni-Narni. Anche su questo fronte – ha concluso Mascio – lo studio costituisce un contributo importante nell’orientare l’attenzione della Regione su le diverse modalità di gestione di queste tre piattaforme, partendo da una conoscenza più approfondita delle necessità dei territori”.
Per il presidente Adriano Garofoli “la ricerca può costituire per i principali attori istituzionali e privati uno strumento per conoscere meglio e valutare le richieste del mondo imprenditoriale, stimolando una riflessione ed una condivisione in merito alle strategie infrastrutturali più adeguate per accrescere la competitività del sistema Umbria e per renderle rispondenti alle reali esigenze delle aziende. E’ senz’altro auspicabile – ha aggiunto il presidente di Unioncamere – una più sollecita e concreta azione da parte delle istituzioni nazionali e locali per rimuovere i nodi più controversi, come la definizione degli interventi prioritari, la ricerca del consenso sul territorio, il reperimento delle risorse finanziarie e la scelta di strumenti e modalità per la realizzazione delle opere programmate”.
Secondo il direttore generale Uniontrasporti, Vittorio Macchitella, nella programmazione degli interventi infrastrutturali il policentrismo del sistema produttivo regionale rappresenta un elemento da cui non si può prescindere. “Sono in programma opere importanti – ha detto Macchitella – che consentiranno all’Umbria di agganciare le direttrici di sviluppo e di migliorare anche funzionalmente la propria rete infrastrutturale”.
Fra queste ha evidenziato il collegamento interregionale fra Umbria e Marche e le opportunità offerte dalla realizzazione della Civitavecchia-Terni-Rieti, “tenuto conto che il porto di Civitavecchia si sta affermando come il più importante porto crocieristico nazionale e del mediterraneo”. Per Macchitella anche l’“alta velocità” avrà ricadute importanti su mete ad essa non direttamente collegate come l’Umbria. Manu Mich. – clickmobility.it

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