Sindacati: la civica amministrazione deve riappropriarsi del ruolo istituzionale di progettazione, riorganizzazione e ristrutturazione del tpl per lungo tempo affidato ad altri, istituendo inoltre, un tavolo di confronto permanente con le aziende, il sindacato, le associazioni dei consumatori e ambientaliste”
E' con L'intento di "riportare nel normale ambito tutti i soggetti coinvolti nella vicenda, evitando così dannose strumentalizzazioni da parte di soggetti esterni" che i sindacati chiedono con urgenza un incontro con la civica amministrazione in merito alla vertenza Ami-Amt.
"La scelta politica della precedente amministrazione di separare la gestione del movimento dalla manu- tenzione, fu stabilita per ragioni di bilancio in quanto AMT aveva un pesante deficit e rischiava di finire in liquidazione – spiegano in un comunicato le segreterie Filt-Cgil Fit-Cisl Uiltrasporti Faisa-Cisal -. Così venne operata la scissione e creata la nuova società Ami che peraltro si addossava l’intero ammontare del debito, consentendo la vendita di parte del pacchetto azionario di AMT a soggetti privati".
"Richiamiamo alla memoria che Cgil Cisl Uil Faisa e i lavoratori di AMT, subirono la scissione della società e firmarono il protocollo con il Comune di Genova il 5 maggio 2004, principalmente per evitare la messa in liquidazione di AMT conquistando le garanzie normative e occupazionali per i lavoratori.
Da allora ad oggi, AMI ha svolto la missione affidatagli dall’unico suo azionista, il Comune di Genova, in un regime di vincoli primo fra tutti il contratto Intercompany".
Non dimentichiamo – sottolineano ancora le segreterie sindacali – che tutti i lavoratori di AMI si sono caricati il forte passivo di bilancio ereditato da AMT, riducendolo significativamente grazie al loro impegno, profuso ad ogni livello, considerato inoltre che a parità di volume di lavoro i dipendenti della società sono scesi da 600 a 450 unità.
"Nonostante tutto ciò ad oggi la civica amministrazione sta valutando il rientro della manutenzione di AMI in AMT, mentre sulle restanti attività della Società circolano le più disparate ipotesi che trovano eco sugli organi di stampa cittadini, creando forte apprensione tra i lavoratori.
A tale proposito in coerenza con quanto sottoscritto nell’accordo del 5 maggio 2004, le organizzazioni sindacali, ribadiscono la loro posizione sul fatto che tutti i dipendenti di AMI debbano rientrare in AMT mantenendo le stesse condizioni economiche e normative".
E' in questo contesto che ravvisano i sindacati "la civica amministrazione deve riappropriarsi del ruolo istituzionale di progettazione, riorganizzazione e ristrutturazione del trasporto pubblico locale per lungo tempo affidato ad altri, istituendo inoltre, un tavolo di confronto permanente con le aziende, il sindaca- to, le associazioni dei consumatori e ambientaliste.
Questa rimane l’unica condizione per avere un quadro di riferimento preciso e puntuale sia per le aziende, sia per le parti sociali, per poter comprendere a fondo i progetti di riconversione del sistema di trasporto a Genova che oltre ed eliminare ogni possibile fonte di incertezza per il futuro dei dipen- denti di AMI, garantisca un efficiente sistema di trasporto pubblico rivolto al dettato istituzionale del diritto alla mobilità dei cittadini genovesi". Manu Mich. – clickmobility.it