Cancellato il perpetuarsi di benefici contrattuali per i dipendenti pensionati di soggetti che rendono servizi «di penetrante rilevanza sociale», come il settore dei trasporti

ROMA. DALLA CASSAZIONE STOP AI BUS GRATIS PER I PENSIONATI DELLE AZIENDE DI TPL

ROMA. DALLA CASSAZIONE STOP AI BUS GRATIS PER I PENSIONATI DELLE AZIENDE DI TPL

La suprema Corte ha accolto il ricorso dell'Azienda dei trasporti di Bergamo ponendo fine ai benefici  riservati, da un contratto sindacale del 1956, con il quale veniva consentito ai dipendenti andati in pensione di continuare a viaggiare gratis sui mezzi di trasporto pubblico

Arriva dalla Corte di Cassazione lo stop alle tessere gratuite di circolazione sui mezzi pubblici per gli ex dipendenti delle aziende di trasporto pubblico locale.
La Cassazione blocca – per motivi legati ai bilanci – i benefici contrattuali in favore dei dipendenti pensionati di aziende di servizi pubblici, come quelle dei trasporti.
Accogliendo il ricorso delL'Azienda dei trasporti di Bergamo  ha posto fine al «beneficio», riservato da un contratto sindacale del 1956, con il quale veniva consentito ai dipendenti andati in pensione di continuare a viaggiare gratis sui mezzi di trasporto pubblico. In pratica, i pensionati delL'azienda bergamasca di trasporto avevano a vita L'abbonamento gratis per circolare sugli autobus della città. In precedenza L'Azienda dei trasporti di Bergamo era stata invece costretta – dal tribunale di Bergamo e poi dalla Corte di Appello di Brescia – a dare gli abbonamenti gratuiti agli ex dipendenti. Ma ora la Cassazione, decidendo nel merito, ha mandato in pensione questo privilegio.

La Suprema Corte contesta soprattutto il fatto che gli abbonamenti gratis sono vitalizi e non c’è nell’accordo firmato negli anni Cinquanta un termine che ne limiti la durata: la Cassazione si dichiara infatti contraria al perpetuarsi di benefici contrattuali in favore dei dipendenti pensionati da parte di soggetti che rendono servizi «di penetrante rilevanza sociale», come quello del settore dei trasporti.

Con la sentenza 19351 della sezione lavoro viene scritto a chiare lettere che «L'esigenza di efficienza di un servizio di penetrante rilevanza sociale, quale quello del trasporto, non può essere disgiunta dai principi di economicità della gestione, che rendono incompatibile la permanenza di benefici e agevolazioni gratuite aventi non trascurabili ricadute sul bilancio delle aziende».

In pratica ad avviso della suprema Corte, è consentita «una modifica "in peius" del trattamento economico dei lavoratori» (fatto salvo il diritto al corrispettivo di una prestazione già resa) in quanto i contratti di lavoro «senza predeterminazione di un termine di efficacia non possono vincolare per sempre tutte le parti contraenti».

Alcuni aspetti del contratto, come lo sono ad esempio le agevolazioni poste sotto accusa, devono irrimediabilmente fare i conti, sostiene ancora la Cassazione, «con una realtà socio-economica in continua evoluzione». Pertanto gli 'ermellini' sostengono si debba evitare «la perpetuità del vincolo obbligatorio» dei vecchi contratti di lavoro.

D’ora in poi i pensionati delL'azienda dei trasporti cittadina per prendere l’autobus dovranno pagare il biglietto. Manu Mich. – clickmobility.it

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