Camocardi: “Siamo d’accordo sull’impostazione generale ma esistono perplessità e divergenze soprattutto riguardo gli aumenti delle tariffe”

MANTOVA. IN PROVINCIA: AL TAVOLO DELLA MOBILITA DISCUSSIONE SULLA PROPOSTA REGIONALE DI RIORDINO STRUTTURALE DEI TRASPORTI

MANTOVA. IN PROVINCIA: AL TAVOLO DELLA MOBILITA DISCUSSIONE SULLA PROPOSTA REGIONALE DI RIORDINO STRUTTURALE DEI TRASPORTI

La proposta dell'assessore Cattaneo si articola in quattro punti: – riassesto dei bacini di utenza, ridefinizione dei servizi ferroviari, affidamento della Governance alle agenzie, definizione dei consorzi e del ruolo dei privati

Un parco mezzi inferiore del 20%, un -13% nella velocità di percorrenza delle tratte, il 14% in meno nella produttività degli addetti e una passività del 41% fatta segnare nella copertura dei costi attraverso i ricavi, percentuali relative al trasporto su gomma, alle quali va aggiunto un gap negativo del 25% delle ferrovie, tutte calcolate rispetto agli standard dell’Unione Europea.

I numeri, che si commentano da soli, sono quelli del tpl oggetto di discussione del tavolo sulla mobilità convocato pochi giorni fa nella sala consigliare della Provincia.

All’ordine del giorno c’era la discussione della proposta di riordino strutturale fatta dall’assessore regionale ai Trasporti Raffaele Cattaneo, articolata in quattro punti:
– riassesto dei bacini di utenza,
– ridefinizione dei servizi ferroviari,
– affidamento della Governance alle agenzie,
– definizione dei consorzi e del ruolo dei privati.

“Ciò che Cattaneo prospetta è una manovra in cui lo stato eroga le risorse in finanziaria e la Regione le utilizza per il solo adeguamento del sistema, rinunciando allo sviluppo, pagando l’indicizzazione e finanziando i nuovi servizi con risorse proprie – spiegano in Provincia -.
In questo quadro le aziende dovrebbero rinunciare ai pregressi e ai contenziosi nati dalla mancata erogazione dei fondi, a seguito dei quali si sono indebitate rivalendosi, ora, sulla Regione, e gli utenti dovrebbero accettare un aumento tariffario immediato del 10%, che passerebbe al 4% negli anni successivi”.

“Siamo d’accordo sull’impostazione generale – ha commentato il vicepresidente della Provincia Claudio Camocardi – ma esistono perplessità e divergenze soprattutto riguardo gli aumenti delle tariffe dei quali, siamo seriamente preoccupati e relativamente all’accorpamento dei bacini, che ci vede agganciati a Cremona quando abbiamo il 30% dei collegamenti comuni con una realtà molto più affine e vitale che è quella di Brescia”.

“Inoltre – ha proseguito Camocardi – chiediamo garanzie sulla copertura finanziaria dell’operazione che, come riportato dal Sole 24 ore, al momento non esiste. Dobbiamo impedire che la questione si trasformi in una guerra tra poveri in cui Province, comuni e aziende si scaricano le responsabilità vicendevolmente. È giunto il momento di una riforma radicale”.

Al tavolo, oltre al presidente di Apam, che ha escluso la rinuncia al pregresso, che per l’azienda si attesta sugli 11 milioni e mezzo di euro, ha preso parte Marco Carra, già co-firmatario di un’interrogazione parlamentare contro i tagli nel settore del trasporto locale. Ora si attende che l’Unione delle Province Lombarde convochi un’assemblea per presentare gli emendamenti al progetto di legge regionale.  Manu Mich. – clickmobility.it

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