Secondo la ricerca l’Italia rappresenterebbe un caso particolarmente significativo “Questo soprattutto per l’attivo incoraggiamento del trasporto sostenibile basato sul supporto finanziario, le soluzioni per il parcheggio pubblico, l’approccio centralizzato nella standardizzazione dei servizi e l’integrazione degli operatori di car sharing”
Sarebbero circa 15 mila in Italia gli abbonati ai servizi di car sharing che consentono di suddividere l’uso dell’automobile tra diversi utenti, con evidenti ricadute positive sui costi e sulla lotta all’inquinamento, per un totale di circa 350 vetture coinvolte.
Il servizio di mobilità alternativa, finanziato con 9 milioni e trecentomina euro di contributi governativi, raccoglie consensi soprattutto a Milano, Roma e Venezia, e prevede per il 2016 uno scenario di 2400 veicoli in uso a 111.000 membri.
Secondo le ricerche curate da Frost & Sullivan sui futuri sviluppi del settore, l’incremento della commercializzazione dei servizi di car sharing potrebbe produrre 5.5 milioni di membri a livello europeo nel 2016, per un totale di 77,000 in uso.
Secondo la ricerca l’Italia rappresenterebbe un caso particolarmente significativo in merito "Questo soprattutto per l’attivo incoraggiamento del trasporto sostenibile basato sul supporto finanziario, le soluzioni per il parcheggio pubblico, l’approccio centralizzato nella standardizzazione dei servizi e l’integrazione degli operatori di car sharing".
Tra le case automobilistiche più attive nel cogliere le potenzialità offerte dal settore troviamo Peugeot, impegnata nello sviluppo di soluzioni ad hoc in partnership con Daimler. A livello europeo il car sharing, ad oggi già forte di un fatturato di circa due miliardi e mezzo di euro, dovrebbe contare soprattutto sui mercati di Francia e Regno Unito, grazie alla presenza di soluzioni di mercato più evolute e interventi statali più efficaci.
Come mette ancora in rilievo la ricerca "Nuovi servizi, nuovi gruppi target, l’integrazione di altri operatori di mercato e altre soluzioni, le nuove strategie di marketing che includeranno Web 2.0 e la diversità geografica contribuiranno alla differenziazione competitiva e saranno necessari al fine di evitare che il car sharing non rimanga un fenomeno di nicchia del tutto urbano".Manu Mich. – clickmobility.it