“Dal 2011 il drastico taglio del 30% dei bus e dei treni inciderà non solo sul servizio ai cittadini ma avrà anche ripercussioni sull’occupazione degli autoferrotranvieri, dei ferrovieri e dei lavoratori degli appalti, è come tornare indiestro di 10 anni, andando ad incidere su qualità del servizio e viabilità”
I tagli al trasporto pubblico, previsti nella manovra finanziaria varata dal Governo, provocheranno una serie di conseguenze a catena che andranno tutte a svantaggio dell’utente finale, partendo dai costi maggiorati per finire alle città trafficate.
E’ l’allarme lanciato da Filt-Cgil Campania, Legambiente e Federconsumatori, che in conferenza stampa ieri hanno illustrato l’effetto domino che si abbatterebbe sulla Campania nel caso non ci fossero modifiche sostanziali a quanto deciso nella manovra economica.
Negli ultimi 10 anni la Regione Campania ha realizzato un notevole potenziamento e miglioramento della qualità dei servizi di trasporto: investimenti per circa 3 miliardi di spesa e ulteriori 6 miliardi in corso e programmati, con migliaia di occupati nel settore edile e nel settore meccanico ed elettronico – si legge nel comunicato -. Questo potenziamento infrastrutturale ha portato la Campania a diventare la Regione del Sud con la maggiore dotazione infrastrutturale e la prima Regione che ha avuto come priorità la rete ferroviaria regionale e metropolitana quale componente strategica per lo sviluppo sostenibile.
Il settore dei trasporti nella nostra Regione in questi anni ha contribuito fortemente all’economia regionale, crescendo ad un tasso medio annuo pari a tre volte quello campano – spiegano Filt Cgil, Legambiente e Federconsumatori -. Dal 2000 incremento di circa 1 milione e 300 mila treni-Km l’anno, 54 Km di nuove linee, 39 stazioni nuove o riqualificate, 853 nuovi bus, 54 nuovi treni, 24 in costruzione e altri 12 programmati, oltre alla ristrutturazione di ulteriori 86 treni, il sistema di tariffa integrata Unico Campania (circa il 60% dei passeggeri utilizza il biglietto per due o più mezzi e circa il 50% ha un abbonamento mensile annuale).
Gli interventi hanno consentito di raggiungere importanti risultati in termini di aumento dei passeggeri del trasporto pubblico locale (+75% a Napoli e circa +40% in Campania dal 2000) – si è sottolineato ieri -.
I miglioramenti sono stati rilevanti anche per quanto riguarda la riduzione dell’incidentalità, del traffico veicolare e delle emissioni di CO2.
"L’assessore regionale ai Trasporti intende riportare la Campania 10 anni indietro con le seguenti linee strategiche:
– per l’anno 2010 riduzione del 15% delle risorse a tutte le aziende (circa 40-45 milioni di Euro in meno) e nessun finanziamento al Consorzio Unico Campania;
-ritardo del pagamento dei corrispettivi dei contratti di servizio alle aziende del TPL, che comporta l’indebitamento delle aziende nei confronti delle banche e difficoltà nell’erogazione degli stipendi ai lavoratori;
-per gli anni 2011 e 2012 revisione del piano regionale dei servizi minimi con riduzioni del 30%, per effetto dei tagli del Governo ( meno 206 milioni di euro per il 2011 e meno 231 milioni di euro per il 2012);
-mancato finanziamento del contratto di servizio con Trenitalia, che oggi garantisce una migliore qualità dei collegamenti soprattutto sulla linea a Monte del Vesuvio Napoli – Salerno".L’impatto sul servizio di trasporto pubblico sarà devastante, dal punto di vista dell’occupazione, della riduzione dei servizi ai cittadini, dell’aumento delle tariffe – rimarcano gli organizzatori della conferenza -.
Senza Unico Campania l’aumento dei biglietti sarà del 22% per la tariffa base (corsa area metropolitana Napoli da 1,10 a 1,40 €) fino ad aumenti del 53% per i viaggiatori che utilizzeranno 2 o 3 mezzi di trasporto. Intanto è già operante la soppressione delle agevolazioni tariffarie per studenti medi, universitari e forze dell’ordine.Dal 2011 il drastico taglio del 30% dei bus e dei treni inciderà non solo sul servizio ai cittadini ma avrà anche ripercussioni sull’occupazione degli autoferrotranvieri, dei ferrovieri e dei lavoratori degli appalti (si stimano meno 2400 occupati nelle aziende del trasporto pubblico locale e meno 150 occupati nell’indotto, tra blocco del turnover ed esubero di personale) – si legge ancora nel comunicato –
E’ inaccettabile, inoltre, il blocco degli investimenti infrastrutturali su ferro deliberato dall’attuale Giunta regionale, che impedirà il completamento della metropolitana regionale, oltre a ritardare la ripresa economica – rilevano sindacati e associazioni -.
La situazione è stata riepilogata anche in una serie di tabelle.
“Il settore occupa circa sedicimila addetti – spiega Mario Salsano segretario della Filt – che già adesso subiscono forti ritardi nel pagamento degli stipendi. Il blocco degli investimenti e il mancato rifinanziamento del Consorzio Unico graveranno pesantemente sul settore, anche con un forte impatto sociale.
E’ come tornare indietro di dieci anni – prosegue Salsano – quando non era in vigore la tariffa unica. Ci saranno ripercussioni sulla qualità del servizio e sulla viabilità in generale”.
Preoccupazione condivisa anche da Raffaele Del Giudice, direttore di Legambiente Campania. “L’aumento delle tariffe – spiega – costringerà molti utenti a utilizzare mezzi propri, con un incremento del traffico urbano e dei valori di inquinamento, che l’incentivazione del trasporto pubblico aveva ridotto negli ultimi anni”. Manu Mich. – clickmobility.it

Clickmobility:


