Il gruppo di lavoro ha presentato al Ministero dell’Università e della Ricerca due progetti di cui uno dedicato esclusivamente alla mobilità elettrica

Roma. ufficializzata la nascita della piattaforma italiana per L'auto elettrica

Roma. ufficializzata la nascita della piattaforma italiana per L'auto elettrica

L’iniziativa è stata messa a punto da Assoknowledge, associazione della Confindustria, e dall’Ata, l’Associazione tecnica dell’automobile, dopo che aziende leader come Fiat, Pininfarina, Piaggio, Eni, Enel, Politecnico di Milano e di Torino, Brembo e tante altre hanno capito che serviva un tavolo comune per impostare una soluzione condivisa da tutti sin dall’inizio

Ieri i comparti dell’industria, della ricerca e della politica hanno ufficializzato il via alla piattaforma italiana per L'auto elettrica.
Per la prima volta una sfida tutta italiana vede riunite le varie componenti interessate allo sviluppo del settore per creare un gruppo di lavoro forte, compatto, in cui ognuno vanta caratteristiche professionali eccellenti.
L’iniziativa è stata messa a punto da Assoknowledge, associazione della Confindustria, e dall’Ata, l’Associazione tecnica dell’automobile, dopo che aziende leader come Fiat, Pininfarina, Piaggio, Eni, Enel, Politecnico di Milano e di Torino, Brembo e tante altre hanno capito che serviva un tavolo comune per impostare una soluzione condivisa da tutti sin dall’inizio.

Attualmente i firmatari sono 94: 68 imprese, 17 tra università, dipartimenti e centri di ricerca pubblici, sei istituzioni (fra le quali la Commissione europea, il ministero delL'Istruzione, delL'Università e della Ricerca e quello per lo Sviluppo economico) e tre promotori. Questo polo nazionale della mobilità elettrica, però, almeno nella sua fase iniziale non avrà risorse economiche da gestire; il documento di intesa, quindi, é  solo un primo passo, al quale potranno seguire finanziamenti provenienti dall’ambito pubblico e privato, al pari di quanto avvenuto in paesi come la Francia e la Germania.

La lotta ai mutamenti climatici non può prescindere da un modello organizzativo di gestione della mobilità urbana basato su nuove idee e nuove tecnologie.
Il gruppo di lavoro ha presentato al Ministero dell’Università e della Ricerca due progetti di cui uno dedicato esclusivamente alla mobilità elettrica, che vedrà impegnati costruttori e fornitori di componentistica, mentre l’altro riguarda l’innovazione e vedrà impegnate le Università ed i centri si ricerca.

Parere positivo arriva da Nevio Di Giusto, amministratore delegato del centro ricerche Fiat "L’Europa chiede ai Paesi di avere un interfaccia con cui discutere i programmi ambientali e questa piattaforma mi sembra in tal senso un’iniziativa lodevole – ha spiegato L'ad -. Ma è fondamentale che si stabiliscano poche cose da fare, bene e fino in fondo. Noi abbiamo dato la nostra disponibilità”.

"Le piattaforme tecnologiche rappresentano il punto di incontro dove contenuto scientifico e industriale possono trovare la convergenza. Abbiamo ribaltato L'approccio alla questione: gli obiettivi non vengono più calati dL'alto nelle aziende, senza che queste li abbiano condivisi, ma saranno le imprese stesse a stabilirli insieme, pochi ma chiari, e a perseguirli con il sostegno delle istituzioni" spiega Alessandro Sciolari, direttore di Assoknowledge.

I finanziamenti per la mobilità sostenibile ci sono, ma occorrono progetti su larga scala. Pininfarina ha già sviluppato un prototipo di auto elettrica; il Centro ricerche Fiat studia da tempo la mobilità urbana sostenibile; a Milano la municipalizzata A2A ha siglato un accordo con Renault per promuovere le vetture a impatto zero che prevede l’installazione di 270 colonnine per la ricarica.

Dopo anni di ricerche, ad esempio, l’Università di Pavia ha messo a punto un’auto che si muove senza nessuno a bordo, individua gli ostacoli, si ricarica con batterie solari (a giorni dovrebbe arrivare a Shanghai, dopo essere partita a luglio). Adesso gli esperti dovranno stabilire le priorità e presentare alla Ue iniziative concrete per ottenere i fondi necessari, con l’appoggio dei rappresentanti italiani e di tutti i ministeri interessati.

"C'è poco tempo e L'Italia è in ritardo – ha sottolineato ancora Di Giusto -. L'Europa chiede ai Paesi di avere un interfaccia con cui discutere i programmi ambientali e questa piattaforma mi sembra in tal senso un'iniziativa lodevole. Ma è fondamentale che si stabiliscano poche cose da fare, bene e fino in fondo. Noi abbiamo dato la nostra disponibilità». Il fatto che al tavolo siano stati invitati «i costruttori ma anche chi fa componentistica è importante – aggiunge L'amministratore delegato del Centro ricerche Fiat – per creare attorno alla filiera italiana delL'auto un polo aggregante".Manu Mich. – clickmobility.it

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