Tutti i dettagli sulla gestione finanziaria di Rete Ferroviaria Italiana nella relazione della Corte dei Conti

Roma. Corte dei Conti: ancora punti di criticità nel rapporto Stato-Rete ferroviaria Italiana

Roma. Corte dei Conti: ancora punti di criticità nel rapporto Stato-Rete ferroviaria Italiana

La magistratura contabile spiega che “l'assetto strutturale e funzionale del sistema ferroviario nazionale, determinatosi a seguito della riorganizzazione societaria del Gruppo Fs, non appare incompatibile, almeno sul piano formale, con quello stabilito dal dlgs 188/2003”

"C'e' L'esigenza di un quadro certo dei contributi fruibili nel tempo e degli impieghi delle risorse assegnate dallo Stato a Rfi, Rete ferroviaria italiana".

La Corte dei Conti evidenzia che "Permangono punti di criticità nel rapporto tra Rfi e Stato, per la mancata certezza delle condizioni e dei termini posti dal contratto di programma, oggetto di ripetuti aggiustamenti sia per gli stanziamenti che per i finanziamenti".
A limitare le perplessità della magistratura contabile circa la permanenza del gruppo Rete Ferroviaria Italiana L'interno di Ferrovie dello Stato spa é L'istituzione delL'Ansf (Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria).

A confermarlo é la Corte dei Conti nella relazione sulla gestione finanziaria di Rete Ferroviaria Italiana relativa al biennio 2008-2009.

"Nel periodo in considerazione – si legge nel documento -, si è completato il nuovo assetto del sistema della sicurezza ferroviaria con il trasferimento all’Agenzia Nazionale per la sicurezza – di cui al decreto legislativo 10 agosto 2007, n. 162 – di quasi tutte le funzioni essenziali di cui era titolare, per tale materia, RFI SpA, quale Gestore dell’Infrastruttura ferroviaria nazionale".

Il problema, spiega la magistratura contabile, è che rimangono “punti di criticità nel rapporto tra Rfi e Stato” a causa della “non soddisfacente certezza delle condizioni e dei termini posti dal contratto di programma, oggetto di ripetuti aggiustamenti sia per gli stanziamenti che per i finanziamenti”. Ciò rappresenta proprio “un nodo centrale, ai fini della gestione societaria”.

Per questo é necessario “un quadro certo dei contributi fruibili nel tempo e degli impieghi delle risorse assegnate, da realizzare sempre nel rispetto dei principi affermati dal dlgs 11 novembre 2003, n. 333” che attua la normativa europea sulla trasparenza delle relazioni finanziarie tra Stati membri e imprese pubbliche.

Un altro punto sottolineato dalla Corte – che pure prende atto della realizzazione delle opere programmate – è che “sono ben lungi dall’essere definiti i procedimenti contenziosi e le problematiche legali connesse alla esecuzione delle opere e all’applicazione delle normative succedutesi in tema di scelta del contraente”. Dunque, secondo la magistratura contabile, “merita attenta considerazione il conseguente rischio di possibili, sfavorevoli effetti economico-finanziari, di rilevante impatto”.

Il ruolo di organismo di regolazione del settore ferroviario, resta ancora affidato al Ministero delle infrastrutture, al quale è affidato il compito di regolazione del mercato del trasporto ferroviario e di regolamentazione dell’accesso all’infrastruttura ferroviaria da parte delle imprese ferroviarie (vigilanza sulla concorrenza nei mercati, risoluzione di controversie, controllo sull’attività del gestore dell’infrastruttura). Non si e’ ancora provveduto a definire, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il quadro per l’accesso all’infrastruttura, i principi e le procedure per l’assegnazione della capacità infrastrutturale. Manu Mich. – clickmobility.it

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