Solo nell'Isola, con il cambio orario da domenica 11 dicembre, si passerà dai 26 treni attuali a 10 collegamenti che si fermeranno a Roma, cancellando le comunicazioni per Torino, Milano e Venezia – spiegano i sindacati –
"No alla politica dei tagli, sì al diritto alla mobilità anche per i cittadini del Sud".
Lo ribadirà la Federazione Trasporti della Cisl Sicilia che insieme ad altre quattro regioni del Sud manifesterà a Roma martedì 13 dicembre alle 11 davanti Palazzo Chigi per presentare al ministro alle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado Passera le proposte per rilanciare il settore ferroviario nel Sud. A manifestare saranno la Fit Cisl di Sicilia, Campania, Calabria Puglia e Basilicata, tutte regioni penalizzate dagli ulteriori tagli di Trenitalia.
Saranno presenti i segretari Generali delle Federazioni delle cinque regioni, per la Sicilia Amedeo Benigno segretario Generale Fit Cisl Sicilia e Domenico Perrone segretario Fit Cisl Ferrovie, che presenteranno un documento di richiesta rivolto al Ministro e a Trenitalia.
Solo nell'Isola, con il cambio orario da domenica 11 dicembre, si passerà dai 26 treni attuali a 10 collegamenti che si fermeranno a Roma, cancellando le comunicazioni per Torino, Milano e Venezia – spiegano i sindacati -. La composizione dei treni viene decurtata del 20% e da Siracusa partiranno solo 4 carrozze contro le attuali 6. I cittadini delle zone di Agrigento, inoltre saranno costretti ad utilizzare i pullman per raggiungere Roma, tutte decisioni che penalizzano ulteriormente il servizio già carente nell'isola.
"La Cisl siciliana – spiega Maurizio Bernava segretario Cisl Sicilia – invita il presidente della Regione, gli amministratori e i parlamentari siciliani ad unirsi tutti alla protesta per far si che non venga ulteriormente ritardato il rilancio delle infrastrutture in Sicilia, che come le altre regioni, ha diritto a collegamenti e servizi degni di un paese civile che si definisce unito da ormai 150 anni.
Le dismissioni delle Ferrovie nel Sud avvolte dal silenzio – aggiunge Bernava – manifestano la volontà, gli interessi e le complicità istituzionali nell'intento di massacrare socialmente il Mezzogiorno. Non possiamo accettare ancora di subire ritardi, ipocrisie, la mancanza di scelte e di una necessaria vigilanza da parte del governo nazionale sugli investimenti per il Sud, ancora più con un esecutivo con cui si rischia di non riuscire a concertare su temi strategici come quelli delle infrastrutture e dello sviluppo".