Varie le ipotesi al vaglio "quella più accreditata è relativa all'adesione ai processi di fusione in corso nella nostra regione. L'ipotesi, non priva di criticità, pare quella, come già detto, più accreditata in Regione, in Provincia (proprietaria di TEP al 50%) e forse domani in Comune (altro proprietario al 50%)"
A dicembre la gara a doppio oggetto per l'affidamento del servizio di trasporto pubblico locale nel bacino di Parma e per l’individuazione di un socio privato operativo dell’azienda TEP S.p.A., gestore del suddetto servizio si è chiusa con un nulla di fatto.
La realtà di fatto aveva lasciato da subito spazio alla preoccupazione dei sindacati che oggi in una lettera aperta, siglata dalle rappresentanze sindacali unitarie interne all'azienda, ed inviata a vertici e soci – Comune e Provincia – mettono nero su bianco le loro riflessioni.
La sensazione, sottolineano, "è quella di dover salire su un treno in corsa con pochi posti rimasti liberi".
"L'esito della gara a “doppio oggetto” per la vendita di parte del pacchetto azionario di T.E.P. S.p.A. e per la conseguente assegnazione del servizio di trasporto pubblico della nostra città, andata deserta, apre nuove ipotesi per il futuro dell'azienda di trasporto pubblico di Parma e porta con se anche nuove preoccupazioni per il personale dell'azienda – si legge nella nota -.
Certo ora, più sul piano teorico che su quello pratico, le ipotesi potrebbero essere varie; si potrebbe indire una nuova gara a “doppio oggetto”, con una offerta più allettante per i possibili acquirenti e meno per i proprietari; si potrebbe pensare di mettere a gara il solo servizio di trasporto, ma in questo caso se la T.E.P. non vincesse la gara e non continuasse a vincere le successive sarebbe totalmente esclusa dalla gestione del T.P.L. a Parma; si potrebbe forse affidare il servizio a T.E.P. in modo diretto (ma in modo provvisorio) per un periodo di tempo limitato e con la gara che rimarrebbe come prospettiva finale; si potrebbe (e questa è l'ipotesi più accreditata) aderire ai processi di fusione in corso nella nostra regione.
Ad oggi questa ultima ipotesi, non priva di criticità, pare quella, come già detto, più accreditata in Regione, in Provincia (proprietaria di TEP al 50%) e forse domani in Comune (altro proprietario al 50%).
Se questa dovesse essere la scelta definitiva una cosa ci pare certa: non possiamo salire su di un treno in corsa, troveremmo pochi posti liberi, di certo i più scomodi, non potremmo permettere che i processi di aggregazione vengano pagati dai lavoratori di T.E.P..
Siamo consapevoli delle nostre positività, in termini di organizzazione del servizio e del lavoro, in termini di qualità ed efficienza, di razionalizzazione, tutti valori che ogni giorno T.E.P. offre ai cittadini di Parma.
Per questo, ora che il treno delle aggregazioni è partito, Parma non può permettersi di aderire a “giochi fatti”. Se quella sarà la strada, chi lo deciderà dovrà prima impegnarsi affinché questi elementi di valorizzazione non vengano dispersi. L'impegno dovrà essere politico, ma noi chiediamo anche che l'impegno divenga in parte “contrattuale”, attraverso l'aggiornamento del protocollo d'intesa sottoscritto da Comune, Provincia e OO.SS nel gennaio 2011 in vista della gara a “doppio oggetto”.
L'aggiornamento di questo protocollo è reso necessario dal mutamento del panorama di prospettiva e potrebbe rappresentare il primo passo di quel confronto dal quale non si potrà prescindere, qualunque sia la scelta finale, per garantire da un lato alla città di mantenere e valorizzare i livelli di servizio finora raggiunti ma ancora di più, per rassicurare i dipendenti della T.E.P.
I contenuti dovranno riguardare la tenuta occupazionale, la relazione tra lavoro e territorio (attraverso il mantenimento dell'occupazione sul bacino provinciale), la valorizzazione del patrimonio organizzativo/produttivo garantito dalla contrattazione di secondo livello (con l'impegno che il confronto con le OO.SS. accompagni comunque qualsiasi aggiornamento della normativa si rendesse necessario), anche all'interno di un nuovo soggetto e, non da ultimo, il mantenimento della sede o di una sede aziendale “vera”.
Solo con queste premesse, crediamo, i cittadini di Parma da un lato, ma di certo i lavoratori della T.E.P., potranno capire e condividere scelte di cambiamento e potranno garantire l'appoggio e la collaborazione necessaria a chi tali scelte dovrà adottare ed attuare".