Le aziende della mobilità fanno appello ai sindaci dei territori da loro serviti perché spingano la Regione ad un veloce dietrofront

Venezia. Tpl: presidenti e direttori delle aziende lanciano allarme in Veneto

Venezia. Tpl: presidenti e direttori delle aziende lanciano allarme in Veneto

I tagli dei fondi al settore stanno provocando "una pesantissima esposizione finanziaria e senza i fondi regionali sono a rischio sia i pagamenti degli stipendi di oltre 5.000 dipendenti delle aziende di Tpl del Veneto che le forniture di carburanti. Le aziende rischiano di non essere nelle condizioni di garantire i servizi minimi agli utenti"

Trasporto pubblico a rischio in Veneto.
Se la Regione non sblocca al più presto l'erogazione del contributo mensile, in stand-by da gennaio, entro pochi mesi le aziende del trasporto pubblico locale non avranno più accesso al credito bancario.
Ieri i presidenti e i direttori di tutte le aziende di tpl associate a Confservizi Veneto (l’associazione che raggruppa il 98% del TPL del Veneto) hanno sottolineato le difficoltà del settore.

«Siamo i più virtuosi d'Italia e i più bastonati – hanno detto Marcello Panettoni, presidente di Asstra (l'associazione del trasporto pubblico locale) e della società veneziana Actv e Lamberto Toscani, presidente Confservizi -. Anche quest'anno il Veneto taglia, così non si può più andare avanti».

Dopo le audizioni in prima e seconda commissione regionale e la presentazione della proposta di bilancio della Regione Veneto anche quest’anno si preannuncia un taglio del fondo per il trasporto di circa 15 milioni di euro rispetto all’anno precedente – hanno sottolineato presidenti e direttori -.
Inoltre con una recente delibera di giunta regionale è stato deciso, in questa fase di bilancio provvisorio, di non erogare le mensilità del fondo e di bloccare pure l’erogazione dei 13 milioni residui dell’anno 2011.

"Il tutto sta provocando una pesantissima esposizione finanziaria e senza i fondi regionali sono a rischio sia i pagamenti degli stipendi di oltre 5.000 dipendenti delle aziende di Tpl del Veneto che le forniture di carburanti. Le stesse aziende rischiano di non essere nelle condizioni di garantire i servizi minimi agli utenti (la maggior parte, studenti e lavoratori) di tutto il Veneto. Appare quanto meno fuori luogo che nei corridoi del Palazzo regionale si dica che la stessa Regione si trova costretta a vendere parte del patrimonio immobiliare per sostenere il trasporto pubblico locale. Le aziende di trasporto da anni non ricevono e non chiedono maggiori finanziamenti, ma quanto meno che il fondo non subisca tagli nonostante carburanti ed assicurazioni lievitino mediamente del 20-30% all’anno".

"Lo scorso anno il taglio era stato giustificato per il problema del buco di oltre 100 milioni di euro dell’Arpav, quest’anno viene fuori il buco di Veneto Strade. Non si riesce a capire perchè a pagare sia sempre e solo il settore del trasporto pubblico locale, che garantisce un servizio esenziale su un territorio di oltre 4 milioni di abitanti – proseguono i rappresentanti del tpl -.
Nonostante questi tagli pesantissimi, le aziende di Tpl del Veneto rimangono tra le più virtuose a livello nazionale nella gestione. Basti pensare che dai biglietti viene recuperato il 45% dei costi di gestione contro il 35% previsto come tetto dalla legge nazionale e contro una media nazionale che sfiora il 24%. Da qui anche la fermezza sulla lotta all’evasione e quindi sull’obbligo di obliterazione di biglietti ed abbonamenti".

Le aziende della mobilità fanno appello ai sindaci dei territori da loro serviti perché spingano la Regione ad un veloce dietrofront, un cambio di marcia che permetta di ridare fiato al settore.   in allegato tabella …

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