Il futuro del mercato ferroviario

Torino. Nel 2011 export ferroviario a 1 mld, pari al 30% del fatturato

Torino. Nel 2011 export ferroviario a 1 mld, pari al 30% del fatturato

L'industria nazionale, 220 imprese, per un totale di 17mila addetti, raggiunge nel suo insieme un fatturato di 3,3 miliardi I dettagli emergono dallo studio realizzato dal gruppo Clas per fondazione Anie, presentato ieri nel corso del convegno promosso da Alstom a Expo Ferroviaria 2012 di Torino

Vale un miliardo di euro l'export dell'industria ferroviaria italiana nel 2011. Negli ultimi sei anni le esportazioni sono cresciute dell'83% e rappresentano il 30% del fatturato complessivo. E' quanto é emerso nello studio realizzato dal gruppo Clas per fondazione Anie, presentato ieri nel corso del convegno promosso da Alstom a Expo Ferroviaria 2012 di Torino, al quale sono intervenuti Luigi Morisi, presidente Assifer, Giandomenico Ghella, presidente della Ghella Spa e Pierre-Louis Bertina, presidente e ad dell'Alstom ferroviaria

L'industria nazionale, 220 imprese, per un totale di 17mila addetti, raggiunge nel suo insieme un fatturato di 3,3 miliardi. In un contesto generale di contrazione del mercato domestico (-13% dal 2006 al 2010), ha spiegato Alberto Milotti, direttore area Trasporti del gruppo Clas, aumenta la quota dell'export, rappresentata innanzittuto dal comparto del materiale rotabile, che vale l'87% del totale (874milioni) anche se in lieve flessione. Ma la vera spinta viene dal comparto del segnalamento, che raddoppia il suo fatturato estero a 123 milioni con una quota pari al 12%, mentre nel 2001 valeva soltanto 8 milioni di euro. Ultimo anello della filiera l'elettrificazione, che rappresenta l'1% del giro d'affari complessivo oltre frontiera. Cambiano anche i mercati di sbocco: predomina l'Ue a 27, piu' aperto alle ultime tecnologie, che si mantiene al primo posto con il 48% del totale e un leggero incremento (+2%), ma crescono soprattutto le esportazioni verso l'Asia (+32%), l'Africa (+37%) e in particolare verso l'America (+71%) grazie agli investimenti Usa per migliorare i sistemi di segnalamento e di sicurezza.

Per il futuro i mercati considerati più dinamici sono la Cina, dove più che pensare semplicemente di vendere il made in Italy si può intervenire in joint venture e accordi finanziari. Nello stesso tempo la Cina, come il Giappone, é in prospettiva un concorrente temibile sul mercato europeo.

Altri paesi che offrono interessanti prospettive sono il Medio Oriente, l'area mediterranea e in particolare la Turchia, gli Usa, (se venissero confermate alcune politiche relative all'alta velocità e al trasporto metropolitano in città come New York e Los Angeles) e la Russia, oggi per il trasporto merci ma domani per il trasporto passeggeri.

Dal canto suo Alstom Ferroviaria, 2600 dipendenti in Italia distribuiti su otto siti con un miliardo di fatturato, vale a dire un terzo dell'intero settore, ha ricordato le recenti commesse per il pendolino in Finlandia, Russia, Gran Bretagna e Australia e ora in Polonia, per la quale sta partendo proprio in questi giorni la produzione di 20nuovi treni. A chi critica la perdita della produzione dei carrelli del Pendolino subita dall'impianto di Savigliano, Pier Louis Bertina, amministratore delegato di Alstom Ferroviaria, replica sottolineando che dall'Italia si esporta il 43% del fatturato, il 35% nello stabilimento cuneese e addirittura l'85% da quello di Sesto San Giovanni, (sistemi di trazione per treni, tram e metropolitane di tutto il mondo), mentre il sito di Bologna si é aggiudicato di recente due commesse da 300 milioni ciascuna per il segnalamento in Danimarca e per l'mmodermanento della linea ferroviaria in Romania. "Non é importante chi fa che cosa, dalla multinazionale traiamo beneficio – ha osservato -, l'importante e che siamo capaci di trovare lavoro per i nostri dipendenti italiani".

"La conferma della crescita molto rilevante delle attività all'estero testimonia la volontà delle aziende di reagire alla contrazione del mercato interno ottenendo risultati che, se non possono colmare la diminuzione del fatturato ne attenuano comunque gli effetti – ha sottolineato Morisi – non sorprende che sia il comparto del segnalamento a registrare la migliore performance dato che l'Italia ha acquisito in questo settore una leadership tecnologica universalmente riconosciuta".

"Una quota rilevante di mercato interno é comunque necessaria – ha proseguito Morisi – non solo per soddisfare le esigenze di trasporto, rispetto ambientale e qualita' della vita, ma anche per costituire una base di lancio per le attivita' all'estero. Rimangono quindi valide le due priorita' che i servizi ferroviari e pubblici urbani hanno in questo momento nel nostro Paese: la messa in atto di quanto e' necessario per garantire nel breve periodo la piena funzionalita' del sistema e la definizione di un quadro di programma con una visione di piu' lungo periodo per dare una base più solida alle singole strategie aziendali".

Intervenendo alla presentazione dello studio il presidente e ad di Alstom ferroviaria, Bertina, ha ricordato che il gruppo con 2.600 dipendenti in 8 siti e 994 mln di fatturato rappresenta da sola quasi il 30% del fatturato dell'industria ferroviaria italiana e riflette pienamente il quadro generale del comparto.

"Se da un lato – ha osservato – dobbiamo questo risultato alla dimensione internazionale del gruppo Alstom e alla capacità di valorizzare le competenze locali, dall'altro hanno giocato un ruolo importante le alleanze costituite con i principali costruttori civili italiani, da Astaldi a Ghella".

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