Pietro Spirito, economista dei trasporti e firma dell’Huffington Post, analizza lo studio della Bain & Company su “Il trasporto pubblico locale in Italia e in Europa”. Questa volta l’attenzione si focalizza su i gradi di differenziazione che esistono tra i diversi territori regionali del nostro Paese e tra le diverse dimensioni di impresa nel settore del TPL
Bain & Company ha aggiornato il suo studio su "Il trasporto pubblico locale in Italia e in Europa", commentando i divari che separano la realtà italiana rispetto a quella degli Paesi comunitari, in termini di efficienza. "Torniamo ora sulla analisi effettuata da Bain, per vedere la questione da un altro angolo visuale: misuriamo, grazie a questo studio, i gradi di forte differenziazione che esistono oggi tra i diversi territori regionali del nostro Paese e tra le diverse dimensioni di impresa nel settore del trasporto pubblico locale. Tale questione dovrebbe indurre qualche ragionamento sulla necessità di restringere, con indirizzi di politica nazionale, una forbice particolarmente robusta, le cui dimensioni non si possono ricondurre tutte alle specificità territoriali, che pure evidentemente esistono. Era il tentativo che stava alla base della riforma di settore, la legge n. 422 del 1997. Tanta acqua è passata sotto i ponti, ma ancora oggi, rispetto all'indicatore di sintesi che la legge utilizzava per misurare un percorso di miglioramento di efficienza (il grado di copertura dei costi con i ricavi da mercato, fissato al 35%), le distanze che si possono verificare inducono a ritenere ancora lontano un obiettivo di standardizzazione minima dei comportamenti gestionali che dovrebbe essere presupposto di ogni processo di devoluzione della potestà normativa dallo Stato centrale agli enti territoriali. Continua a leggere l'analisi su Huffington Post