Blitz in metrò

“Nun te pago” Blitz in metropolitana a Milano

“Nun te pago” Blitz in metropolitana a Milano

Sono state diffuse su Facebook, sul profilo «Autonomia Diffusa Ovunque», alcune foto di un blitz nelle stazioni del metrò milanese. Nelle immagini uno striscione «Nun te pago» e le foto di alcuni tornelli della linea 3 (si riconosce la stazione Maciachini) bloccati con fascette di plastica da elettricista

Bloccati i tornelli per entrare gratis. Sotto lo slogan "Nun te pago", un gruppo di persone è entrato in alcune stazioni della linea uno, due e tre, tra cui Maciachini (M3), attaccando lacci di plastica per fermare e lasciare aperti i tornelli, Le immagini dell’azione sono state pubblicate sul profilo Facebook "Autonomia diffusa ovunque".   Gli attivisti rivendicano l'azione: "È il movimento #nuntepago. Tutti quelli e quelle che saltano i tornelli che prendono i treni gratis, che occupano le case, che si portano a casa le penne dall’ufficio e via così. Senza leader, è un movimento che si è già sviluppato in tutto il mondo. Contro la crisi e l’arroganza di ricchi e padroni organizziamoci insieme per non pagare più nulla".   Questo il volantino, quasi surreale alla lettura di persone dotate di un benché minimo senso civico, diffuso sulla pagina Facebook sopra citata:   Oggi è gratis!   Qualche spunto di riflessione, da approfondire mentre si sfugge ai controllori       1. Non pagare il biglietto, saltare il tornello, passare sotto, passare in due. Gesti semplici e non particolarmente impegnativi, potremmo dire gesti quotidiani. Molto spesso troviamo pubblicità delle aziende dei trasporti che ci ricordano che pagare il biglietto è un gesto di civiltà, o qualcosa del genere. Il gesto di civiltà sarebbe pagare. Dalla nascita alla morte siamo determinati da ciò che paghiamo: dal cibo ai vestiti, dallo studiare al viaggiare. Facciamo ciò che economicamente possiamo permetterci di fare, nient’altro. Non siamo un po’ stanchi?       2. “Ma non ti vergogni?” è uno dei grandi classici che ci si sente dire dalla folla quando si passano i tornelli della metro senza biglietto. Vergognarsi, perché? Vergognarsi di sentire come eccessiva la spesa quotidiana per muoversi? Ciò che abbiamo davanti è una vita di sacrifici soltanto per poter sopravvivere a malapena, una vita a desiderare ciò che non possiamo avere. Dalla casa agli spostamenti, non limitarsi a ciò che “possiamo permetterci” non è motivo di vergogna.       3. “E se tutti facessero come te?”  Ecco, potremmo fare un piccolo esercizio di fantasia, qualche sforzo in più. Per esempio, chiedersi: “Quanto guadagnano i manager di Atm o delle altre aziende dei trasporti pubblici? Quanto guadagnano i manager di Trenitalia? Perché loro si muovono in Jaguar?”. Forse già così avremmo un quadro più chiaro della questione. Chi non si accontenta di questo primo livello, e magari lo trova un po’ populista, può lanciarsi in pensieri ancora più arditi: “E se ci organizzassimo per non pagare nulla, dalla casa ai trasporti al cibo, e lo stesso riuscissimo a fare uso di tutte queste cose?” Magari scopriremmo che così si trasforma tutta la nostra vita, che tante cose che credevamo impossibili sono realizzabili, qui ed ora. Come passare senza pagare, adesso.     Prego, signori. Oggi è gratis

Left Menu Icon