Tanti i nodi da sciogliere: si torna al tavolo domani 10 gennaio Grigoletto (Pdl): «Aggregazione in tempi brevi, ma il Comune deve avere il 49%»
Dalla netta contrapposizione su due fronti diversi al dialogo tra le parti sociali, pur sempre in salita. Questo, in estrema sintesi, il messaggio che è uscito dall'ultimo incontro, il 22 dicembre, nella sede di via Rismondo, tra le Rsu e i sindacati e gli amministratori e i dirigenti sia di Aps Holding che di BusItalia per quanto riguarda il percorso della fusione tra le due aziende. Tra i sindacalisti presenti anche Sandro Lollo, Paolo Tollio e Stefano Pieretti. Dall'altra parte del tavolo Amedeo Levorato, Umberto Rovini, Davide Pacifico, Renato Mazzoncini, Stefano Rossi e Marta Dalla Vecchia. «È stato un incontro totalmente soddisfacente» sottolinea l'assessore comunale «finalmente sembra che i sindacati abbiano capito una volta per sempre che il Comune sta lavorando sia per il bene degli autoferrotranvieri sia per gli utenti del servizio pubblico su gomma e del tram». Interlocutori anche i giudizi di Sandro Lollo e di Stefano Pieretti: «Nessuno di noi, ormai, contesta la scelta della fusione ma, prima di arrivare all'accordo sindacale, per noi resta fondamentale vedere a quali condizioni sarà fatta l'aggregazione tra le due aziende» spiega il primo, della Filt-Cisl «ad esempio i nostri diritti acquisiti saranno messi sotto i piedi oppure Aps ed ex Sita ne terranno conto? Che tipo di contratto di secondo livello avremo tutti noi quando dovremo lavorare tutti per BusItalia Veneto?». Più secco il commento del leader di Adl Cobas. «La riunione di ieri, in fondo, è risultata interlocutoria» osserva Pieretti «le controparti non sono mai entrate nei particolari. Il prossimo incontro è domani 10 gennaio. Speriamo che per questa data sia Aps che BusItalia, Comune e Ferrovie dello Stato (proprietaria dell'ex Sita Nord), possano sciogliere positivamente i nostri interrogativi». Intanto sulla fusione prende posizione anche Stefano Grigoletto. «È sbagliato andare avanti con il falso dilemma fusione sì, fusione no» afferma il consigliere comunale di Forza Italia «la fusione ce la impongono le normative nazionali sul trasporto pubblico e, quindi, è giusto farla anche per far costare meno il trasporto e migliorare il servizio pubblico. Anzi Padova avrebbe dovuto farla prima anche sull'onda di quello che hanno saputo fare sia a Treviso (dove sono state messe assieme quattro aziende) che a Verona, senza aspettare che l'Aps chiudesse i bilanci in rosso per due anni consecutivi. Quindi l'aggregazione va fatta in tempi brevi, anche se servono alcune, importanti, modifiche la percentuale delle azioni non deve essere 60% per BusItalia e 40% per il Comune, ma 51% e 49% e per i dipendenti va sottoscritta una clausola per cui non potranno essere mandati a lavorare fuori dal Padovano».

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