Imperia e La Spezia tacciono, in ballo nove milioni di euro. Stamani riprende la trattativa sulla riduzione dei costi aziendali
"Se salta l'Agenzia unica regionale, salta tutto il sistema del trasporto pubblico ligure e anche l'Amt rischia di andare a bagno ". Mauro Nolaschi, della Faisa-Cisal, lancia l'allarme sul futuro del trasporto pubblico locale in Liguria, sempre più a rischio, mentre oggi riprende in Amt la trattativa sindacale sulla riduzione dei costi aziendali. "L'accordo che abbiamo siglato a novembre si basa sulla prospettive di arrivare al bando regionale – spiega – Se non si fa più, allora ogni azienda dovrà arrangiarsi per conto suo. Per altro ho la sensazione che dietro tutto questo ci siano soprattutto problemi di ordine politico". Il sasso lo ha gettato venerdì il presidente della Regione Claudio Burlando, denunciando il fatto che le province di Imperia e di La Spezia non hanno ancora risposto all'invito ad aderire all'Agenzia regionale che dovrebbe nascere in funzione del bacino unico sul trasporto regionale. La scadenza è il sette febbraio, ma mentre tutti gli altri comuni e province hanno risposto in modo positivo, mancano ancora le adesioni delle province di Imperia e di La Spezia. E si tratta di ritardi sospetti, perché Imperia solo a novembre aveva fatto il bando di gara per il rinnovo del contratto di servizio, in contrasto con la nuova normativa regionale che prevede invece il bando di gara unico per tutta la Liguria, e La Spezia è l'unica azienda che ha i conti in salute, avendo dato una parte del servizio all'esterno, e sembra recalcitrante a finire insieme alle altre. Per altro la legge regionale prevede che l'Agenzia nasca solo se aderiscono i quattro comuni capoluogo e le quattro province, altrimenti non se ne fa nulla, oppure bisogna modificare la legge.
Ma i tempi finirebbero per allungarsi e metterebbero a rischio la tenuta del sistema. "L'Agenzia vale un bel po' di soldi – spiega ancora Nolaschi – perché attualmente anche sui contributi che il Comune dà all'Amt in funzione del mantenimento del servizio si paga l'Iva. Così nel 2013 il Comune ha destinato ad Amt 31 milioni di euro, ma nelle casse dell'azienda ne sono arrivati solo 22, perché nove se ne sono andati sotto forma di Iva. Se i contributi vanno all'Agenzia invece l'Iva non si paga più e quei nove milioni finiscono nelle casse dell'azienda. E lo stesso vale per tutte le altre società del trasporto del settore ".
Complessivamente l'Iva vale almeno una ventina di milioni su tutta la Liguria, una bella boccata di ossigeno per un sistema che rischia il tracollo. Oggi comunque a Genova azienda e sindacati Amt torneranno ad incontrarsi perché bisogna trovare un'intesa sui quattro milioni da risparmiare in azienda, e resto da superare lo scoglio dei contratti di solidarietà per gli autisti, proposti in un primo tempo dalla direzione ma fortemente osteggiati dai sindacati. Domani invece c'è l'appuntamento in Prefettura per l'Atp.

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