Internazionale dedica un approfondimento al decreto Salva Roma e cerca di spiegare perché Marino ha promesso di "bloccare la capitale", il sindaco Ignazio Marino ha espresso preoccupazione e ha dichiarato che in assenza di interventi strutturali sarà obbligato a bloccare la città: a partire dalla rete di trasporto pubblico locale
“Quel decreto serve”, ha detto Marino a Repubblica. “La precedente amministrazione ha lasciato un disavanzo di 816 milioni di euro: se si tratta di licenziare i dipendenti e vendere Acea e Atac io non ci metto la faccia”. Questo l'articolo pubblicato da Internazionale: Il 26 febbraio il governo Renzi ha annunciato il ritiro del decreto cosiddetto Salva Roma, a causa dei centinaia di emendamenti proposti da Lega nord e Movimento 5 stelle. Secondo la ministra delle riforme Maria Elena Boschi, per superare l’ostruzionismo, ci sarebbero volute 215 ore di discussione in aula. Ora per evitare il default della capitale, palazzo Chigi ha promesso di approvare entro venerdì un nuovo testo. Una soluzione che confermi il trasferimento di 485 milioni di euro di debito sulla gestione commissariale. Con il ritiro del decreto, la capitale rischia il default, infatti la norma consentiva la chiusura del bilancio 2013. Il Salva Roma avrebbe consentito, inoltre, l’approvazione del bilancio 2014. Nel decreto Salva Roma sono contenuti anche i fondi stanziati per gli 80 comuni sardi colpiti dal nubifragio di novembre e le misure per salvare i centri terremotati in provincia dell’Aquila dal rischio default. Con il ritiro del decreto salta anche il finanziamento di 25 milioni di euro previsto per l’Expo 2015 di Milano. Il sindaco Ignazio Marino ha espresso preoccupazione e ha dichiarato che in assenza di interventi strutturali sarà obbligato a bloccare la città: dai trasporti agli asili. “Quel decreto serve”, ha detto Marino a Repubblica. “La precedente amministrazione ha lasciato un disavanzo di 816 milioni di euro: se si tratta di licenziare i dipendenti e vendere Acea e Atac io non ci metto la faccia”.

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