Nel suo primo colloquio con la stampa il nuovo dg Bruno Rota individua le priorità: lotta al debito e all'evasione
Aggiustare i conti dell'azienda di trasporti più indebitata d'Italia e lotta all'evasione: questi i primi due obiettivi messi nel mirino dal nuovo direttore generale di Atac fresco di nomina. Nel suo primo colloquio con il quotidiano romano "Il Messaggero" il manager chiamato al capezzale dell'azienda che scoppia, ma non di salute, è cauto: "sono appena arrivato, sto iniziando a studiare i numeri". Per i debiti, dalle parole del dg, oltre all'aggressione annunciata non si ricava molto; l'operazione è lunga e i numeri da studiare sono più o meno infiniti. Per quanto riguarda invece le operazioni prêt-à-porter, l'esperienza meneghina corre in aiuto: «Bisogna iniziare a recuperare gli introiti, chiudere i tornelli in uscita della metropolitana potrebbe essere già una soluzione valida, un segnale». Una specie di rivoluzione Copernicana, a Roma, che dovrà passare attraverso numerose forche caudine. Rota è consapevole e subito dopo aggiunge: «Queste iniziative si adottano dopo un percorso condiviso ` con i dipendenti, con chi si occupa di sicurezza, con i vigili del fuoco. Dunque, nessuna improvvisazione». Insomma, adelante con juicio. Giudizio che lo ha spinto a precisare, dopo neanche poche ore dal suo insediamento: «Non sono grillino, non sono del Pd, non sono berlusconiano sono un manager e in quanto tale aziendalista». Della serie non sparate sul pianista. Di trappole ne troverà in quantità industriali ma dalla sua ha l'esperienza, la direzione dell'azienda di trasporti milanese diventata in non molti anni una pietra di paragone e un contratto che lo lega all'Atac per due anni. Per capire in fretta farebbe bene, però, a chiedere consiglio all'ex direttore generale Marco Rettighieri, altro valente manager chiamato al capezzale del grande malato dal Commissario di governo Tronca e messo alla porta senza tanti scrupoli: troppi nemici. Dunque, adelante con molto juicio, dg Rota.