Secondo il piano di salvataggio gli utili saranno solo nel 2015, necessari almeno due anni per rimettere in piedi un’azienda con 129 milioni di euro di esposizione finanziaria, 30 milioni di debiti verso i fornitori e costi che superano i ricavi
Perugia – Per evitare il fallimento Umbria Mobilità cerca un partner privato a cui affidare almeno il 51% entro nove mesi. Ferruccio Bufaloni e Salvatore Santucci – i due consulenti nominati dai soci alla fine di settembre – propongono le linee guida del piano di ristrutturazione dell’azienda da loro stilato, Nel documento approvato ad inizio novembre dai soci (Regione, Provincia di Perugia, Comune di Perugia, Comune di Spoleto e Atc spa di Terni), viene portata avanti la linea della vendita del pacchetto di maggioranza: «Appare indispensabile che il piano di ristrutturazione debba porsi l’obiettivo di creare le condizioni per un ingresso in maggioranza del nuovo socio che non potrà che avere significativi poteri gestori». Il controllo della società quindi, se il piano andrà in porto, passerà dalla mano pubblica a quella privata con Busitalia-Sita Nord (società di Trenitalia) principale indiziata. Entro il 30 settembre si prevede «l’aggiudicazione della gara», e si preventiva un'offerta del partner di circa 25 milioni di euro, ma oltre al nuovo socio il documento propone la riduzione del capitale investito tramite un contenimento dell’esposizione verso i clienti e la dismissione delle partecipazioni (il riferimento è alle quote nelle società che gestiscono parcheggi e al famoso 22% di Sipa, Foligno e Vicenza) e del patrimonio non stategico che è «di gran lunga eccedente le effettive esigenze», e andranno a confluire in una società immobiliare che provvederà alla vendita. Non si esclude inoltre un ritocco delle cifre corrisposte dai comuni tramite i contratti di servizio, e un possibile aumento del costo dei biglietti. Sul fronte finanziario il documento propone un prestito ponte da parte delle banche pari a 25 milioni di euro (garantito dall’aumento di capitale dei soci) e, per quanto riguarda i fornitori, un accordo che spalmi i 30 milioni di debiti nell'arco di due anni. L'intervento di consolidamento e capitalizzazione è previsto entro marzo per procurare almeno 50 milioni necessari a garantire «la continuità dell’azienda».