Londra chiama Napoli: quattro pagine sul Times per elogiare e prendere ad esempio la metro partenopea

Londra chiama Napoli: quattro pagine sul Times per elogiare e prendere ad esempio la metro partenopea

Decadente e sgangherata, così il Times di Londra definisce la metropolitana della capitale britannica. Spaziosa, luminosa, sicura, pulita e ´stylish´ lo stesso Times definisce la metropolitana di Napoli. Tutto questo

Decadente e sgangherata, così il Times di Londra definisce la metropolitana della capitale britannica.

Spaziosa, luminosa, sicura, pulita e ´stylish´ lo stesso Times definisce la metropolitana di Napoli.

Tutto questo nel corso di un lungo speciale pubblicato il 16 luglio 2002 nel quale il Sindaco londinese Ken Livingstone e l´Assessore ai trasporti Alistair  Darling dichiarano di volersi ispirare alla città partenopea per seguire l´esempio del suo buongoverno proprio a partire dalla metropolitana.

Napoli, infatti, si doterà entro il 2011 della più moderna struttura per i trasporti sotterranei d´Europa: nove linee, 100 stazioni e 90 chilometri di gallerie. Tutto questo nonostante la città sia costruita su di un suolo friabile di origine vulcanica, sia punteggiata di siti archeologici e presenti moltissime zone a rischio di smottamento.

Il piano dell´Assessore ai trasporti Ennio Cascetta ha tenuto conto di tutto questo e si è spinto anche oltre: ogni stazione sarà dotata di informazioni turistiche, video e cartelloni che indicheranno la presenza di aree d´interesse archeologico o turistico, come ad esempio i locali caratteristici.

 

Un progetto da 3,88 miliardi di euro, in parte coperti dalla Comunità europea, in parte dalla Regione e in parte da finanziamenti nazionali, che ha solleticato l´interesse degli amministratori londinesi, oggi sempre più preoccupati di una metropolitana che, dal 1863 (anno della sua inaugurazione) ha visto ben pochi e limitati interventi di adeguamento alle cresiute esigenze di mobilità dei cittadini, residenti e visitatori.

 

M. B. ? clickmobility.it

 

Per saperne di più: lo speciale del Times

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