Il sindaco Fassino: cederemo il 49% di Gtt. Al via una collaborazione con Atm
Il Gruppo Torinese Trasporti ridisegna le strategie per far fronte ai tagli dei fondi disponibili per il trasporto pubblico locale. E il cammino passa per la riorganizzazione del servizio, la cessione di attività accessorie, il contrasto all'evasione, l'ingresso di soci privati e l'apertura a collaborazioni con partner pubblici. L'azienda, il cui azionista unico è il Comune di Torino, gestisce il trasporto pubblico nel capoluogo piemontese, con circa 80 linee di superficie, 600mila spostamenti al giorno e 200 milioni di passeggeri nel 2013. Nel 2012 ha avuto un fatturato di 491 milioni di euro, di cui 160 dalla vendita di biglietti, con circa 5 mila dipendenti. Gtt conta su un sistema integrato che unisce diversi sistemi di trasporto: autobus, tram, metropolitana, due linee ferroviarie, due battelli, oltre all'ascensore della Mole ed alla ferrovia a cremagliera di Superga. «Ho preso in mano un'azienda buona, una delle migliori in Italia, che dà un servizio molto valido ma deve confrontarsi con il problema dei tagli al trasporto locale», dice Walter Ceresa, amministratore delegato e presidente di Gtt, in carica da alcuni mesi. Pesa il drastico taglio delle compensazioni economiche regionali: «Per Gtt in tre anni hanno subito un taglio superiore al 24% – spiega Ceresa -, pari a 40 milioni. E spesso i tagli avvengono in corso d'anno: a settembre abbiamo scoperto una riduzione del 15% sul 2013. Allineare i chilometri serviti ai trasferimenti non è un esercizio facile». Pesano inoltre i ritardi, «come il mancato pagamento di debiti pregressi per 150 milioni per gli anni 2010-2012», dice Ceresa. Il problema è sottolineato anche dal sindaco di Torino e presidente dell'Anci Piero Fassino: «Le aziende non possono programmare anno per anno, chiediamo al governo una programmazione pluriennale». L'azienda, però, è riuscita a mantenere il pareggio di bilancio e a investire negli ultimi anni circa 60 milioni di euro per il rinnovo della flotta, con l'inserimento di 150 nuovi autobus ecologici, 3 treni e nuove vetture che garantiscono l'accesso ai diversamente abili. All'orizzonte, per permettere un miglior servizio, vi sono due operazioni che cambieranno l'assetto di Gtt. Innanzitutto, la vendita del 100% dell'attività di gestione dei parcheggi e delle strisce blu, che «non è core business e può dare risorse per sopperire ai tagli», spiega Ceresa. L'operazione dovrebbe essere conclusa a marzo. Inoltre, è in programma la cessione del 49% di Gtt ad un socio privato, operazione che è attualmente in fase di pre-qualifica ma che ha suscitato preoccupazioni tra i dipendenti. La privatizzazione parziale risponde principalmente a due esigenze, spiega Fassino: da un lato, «il bisogno di offrire un servizio di alta qualità: qui un partner privato ci può aiutare». Inoltre, «garantire un servizio efficiente richiede investimenti per il rinnovo della flotta, l'informatizzazione». Un privato potrebbe permettere l'apporto di flussi finanziari che il pubblico non può garantire. Si tratta di un'operazione fatta, sottolinea Fassino, su una società sana: «Non mettiamo sul mercato un'azienda decotta, ma un'azienda con buone performance. Ci sono diverse manifestazioni d'interesse, anche dall'estero. Ad aprile faremo il bando per chiudere entro l'anno». Un'ulteriore ipotesi è la possibilità di un'integrazione del trasporto locale nel Nordovest, con una cooperazione con la milanese Atm, scenario che, spiega Fassino, «per ora è più una suggestione che una proposta vera. Vi sono notevoli difficoltà dal punto di vista delle normative contrattuali. Ma sono possibili sinergie tra i due sistemi, ad esempio per la gestione dei servizi, come sistemi informatici ed acquisti».