Nel tormentato quadro dei trasporti pubblici c'è un esempio virtuoso che fa scuola in Europa e che parla italiano. E non ci si riferisce al caso Milano, dove Atm, a differenza di altre aziende pubbliche, riesce a garantire il servizio tenendo i conti in ordine e assicurando dividendi al Comune. Esempio virtuoso è anche quello che arriva da Copenaghen e di mezzo c'è ancora Atm
La metropolitana della capitale danese è un modello di modernità, efficienza e rigore finanziario. Inaugurata nel 2002, conta due linee, 22 stazioni (13 delle quali in superficie) e 21 chilometri di percorso. È stata tra le prime reti d'Europa completamente automatizzate: metropolitana driverless, senza conducente. Oltre a gestire la guida dei treni, il sistema informatico in uso a Copenaghen consente di mantenere elevata la frequenza grazie alla precisione dell'accelerazione e della frenata. Non è tutto: i sofisticati sistemi di controllo e manutenzione consentono ai 34 convogli in uso di correre 24 ore su 24, «servizio continuativo quotidiano». Ogni fermata è poi dotata di citofoni a disposizione dei passeggeri per segnalare eventuali emergenze o comunicare con il centro informazioni. E non essendoci alcuno spazio tra la banchina e il treno, chi si muove in carrozzella può salire a bordo dei treni senza bisogno di aiuto. Dalla sostanza alla forma. I treni sono stati disegnati da Giugiaro e realizzati dalla Ansaldo Breda: c'è molta Italia nel sottosuolo danese. Le stazioni di superficie sono state costruite in vetro e acciaio per poter così rimandare un'idea di «avvenire», di futuro e di modernità. Non a caso la metrò di Copenaghen dal 2008 al 2011 ha fatto incetta di premi internazionali. Ed è stata premiata anche dai pendolari: 54 milioni i passeggeri trasportati nel 2012. Finora nessuna tensione a livello occupazionale. La «International Metro Service Srl» (o InMetro), la società che gestisce la rete metropolitana della capitale danese, è comunque snella: 274 i dipendenti. Quanto costa tutta questa qualità? Quanto tutta questa efficienza? Dal 2008 ad oggi i conti di InMetro sono sempre stati in ordine: 2 milioni di utili per il 2013 e 2,3 nel 2012. Il 51% delle quote sociali è detenuto, dal 2007, proprio da Atm, la società oggi presieduta da Bruno Rota (nella foto), il restante 49% è invece detenuto da Ansaldo Sts.