Disagi in vista

La lunga estate dei treni liguri

La lunga estate dei treni liguri

Riportiamo l'articolo di Roberto Sculli pubblicato sul Secolo XIX a commento degli orari estivi Trenitalia

Due cantieri da qualche tempo consueti, per il periodo estivo, che spezzeranno, ad agosto, le linee Genova-Acqui e La Spezia-Parma.   In più, pure questa una consuetudine, qualche ulteriore taglio al servizio, che, salvo sorprese, dovrebbe colpire – sottoforma di un prolungamento dell’interruzione – proprio la Genova-Acqui, e, forse anche la Genova-Busalla, già ridimensionate con l’ultimo recente colpo di scure. Sono queste, in sintesi, le dolenti note del nuovo orario ferroviario che entrerà in vigore da domenica prossima. Modifica che tuttavia porta con se anche note positive.   Per la stagione calda saranno potenziati una serie di collegamenti stagionali. Nello Spezzino, in particolare, sarà esteso il percorso dei convogli che collegano tra le Cinque Terre. Come strizzano l’occhio al turismo, soprattutto, gli accordi tra Liguria e Lombardia, con otto nuovi treni tra Milano e le località di Levante e Ponente.   L’orario pronto a entrare in vigore (si può già consultare attraverso il sistema di prenotazione sul sito internet www.trenitalia.com) è il frutto di scelte della Regione Liguria, sovrana, parlando di collegamenti regionali, perché titolare del contratto di servizio con Trenitalia (gli Intercity e i Frecciabianca sono fuori da questi accordi).   Tuttavia, non è solo alla giunta Burlando che si possono ascrivere le cattive notizie. Anzi. Il più recente domino che ha condotto alla situazione odierna l’ha innescato la Regione Piemonte. L’ormai decaduta giunta guidata da Roberto Cota, nell’autunno scorso, ha deciso di non finanziare più una serie di convogli che, pagati dal Piemonte, sconfinavano però nel ponente ligure. Sull’onda di quell’intervento, per compensare e recuperare risorse, la Liguria era intervenuta agendo di forbice su alcune linee considerate più sacrificabili di altre, come, appunto, la Acqui e la Busalla.   La coperta, corta allora, continua a esserlo. Ed ecco che nel mirino sta finendo di nuovo la Genova-Acqui. Il problema, in pratica, è che i conti non tornano: cioè, dato che Trenitalia è precisissima nel fatturare ogni singolo chilometro percorso dai convogli – così prevede il contratto – ecco che ogni minimo intervento rischia di avere ripercussioni altrove.   Il problema è complesso, il risultato molto semplice. Mancano dei soldi all’appello e la soluzione più percorribile, agli occhi della Regione, appare quella di prolungare la chiusura del tracciato tra Genova e Acqui.

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