LA POLEMICA /L'AUTORE DELLA PIÈCE: "È CLAMOROSO CHE FACCIA SCANDALO CON TUTTO QUELLO CHE COMPARE"

Gtt: “No a pubblicità sui nostri bus con quella parolaccia”

Gtt: “No a pubblicità sui nostri bus con quella parolaccia”

La scritta scatologica è il titolo di un'opera teatrale pluripremiata in scena al Colosseo

"LA MERDA" non viaggia sugli autobus torinesi. Come le statue nude dei Musei Capitolini coperte dal cartone, a subire la censura è, questa volta, il pluripremiato monologo di Cristian Ceresoli "La merda" – trionfatore al festival di Edimburgo, rappresentato nei teatri di tutto il mondo – protagonista, in scena da sola e completamente nuda, Silvia Gallerano. Presentato due estati fa alla Holden, forte, geniale, destabilizzante (più che "off": un pugno nello stomaco), lo spettacolo debutta l'11 febbraio al Colosseo di Claudia Spoto, prodotto da Produzioni Fuorivia di Paola Farinetti. Il teatro ha un accordo con Gtt per reclamizzare i titoli in stagione con delle locandine sulle fiancate dei pullman, ma in questo caso l'azienda di trasporti dice no. La parola "merda", scritta in grande sui mezzi pubblici in giro per la città, è qualcosa che i funzionari della municipalizzata hanno ritenuto inaccettabile, un'offesa al buon gusto.
Spiega infatti Gtt: «La pubblicità non è stata approvata perché giudicata non in sintonia con la policy dell'azienda». Una scelta, coerente con la normativa comunale che proibisce affissioni contrarie al comune senso del pudore, che l'autore dell'opera giudica inaccettabile.
«Sì, la promozione dello spettacolo sugli autobus è stata bloccata per il titolo. E anche in questo caso, come per le statue coperte, il difficile è trovare il responsabile – commenta Cristian Ceresoli – Per noi è un grosso danno, ma conferma la validità di quanto ho scritto nel monologo. È clamoroso che in un mondo come questo, nel quale ogni giorno si ascolta ogni genere di volgarità,la parola 'merda', che nell'opera ha un valore non solo drammaturgico ma poetico, faccia scandalo. Passano certi virgolettati irripetibili di politici, passano insulti o gesti razzisti o sessisti, e noi veniamo oscurati.
È clamoroso». Non è la prima volta che "La merda" subisce censure. «Abbiamo raccolto molte recensioni entusiastiche ma nei titoli dei giornali la parola 'merda' non è apparsa mai – fa notare il drammaturgo – Altro problema è la nudità di Silvia Gallerano, che ha bloccato la rappresentazione in Cina, India, Israele». Ma nonostante ciò Ceresoli non ha alcuna intenzione di operare modifiche: «Lo spettacolo resta com'è».

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