L'area C divide i candidati sindaci 

Milano: Parisi vuole tornare al passato

Milano: Parisi vuole tornare al passato

La campagna elettorale infiamma il dibattito intorno all'area C. Il candidato del centro destra propone il ritorno dell'Ecopass. 

Mantenere Area C o tornare all'Ecopass? Ancora una volta l'area soggetta a restrizioni dentro il cuore di Milano è oggetto di scontro e di divisioni. Per il candidato del centro destra Stefano Parisi la strada migliore è quella di tornare al passato.  L'Ecopass introdotto dalla giunta Moratti prevedeva il pagamento di un pedaggio per entrare in centro con un mezzo privato. La proposta di Parisi, a oltre tre anni dall'istituzione dell'area C, è quella di far pagare «solo le auto più inquinanti» al fine di introdurre «non di una tassa sul traffico, ma sull'inquinamento». E' ancora presto per capire se la proposta del candidato di centro destra incontrerà il gradimento dei milanesi oramai abituati a meno auto e meno smog. A confronto sono due modelli opposti, anche dal punto di vista tecnico; Ecopass è una misura antinquinamento, basata sul principio «più inquini più paghi»: cosi per entrare in centro si pagava in base alla classe di inquinamento della propria auto. Con Area C, invece, si paga a prescindere dal tipo di veicolo proprio perché l'obiettivo è ridurre l'intasamento in centro (pur prevedendo esenzioni per i veicoli ecologici, cioè elettrici e ibridi). E la riduzione dopo tre anni è consolidata: il bilancio del ticket arancione nel 2015 conferma il calo ormai da due anni di circa un terzo degli ingressi di veicoli in centro. Con un lieve incremento, rispetto all'anno scorso, dei passaggi (più 0,7 per cento) dovuto per lo più all'afflusso in città legato al semestre di Expo. Per ora, le opinioni raccolte fra commercianti ed esperti rimangono fredde: «Su questi temi bisogna ragionare con meno politica e più studio per vedere cosa è meglio per la città», dice il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca che confessa di «non avere una risposta perché sono tutti temi che vanno studiati scientificamente, vedendo il numero di passaggi, il risparmio che si ha dal punto di vista delle emissioni e quanto si può rafforzare il trasporto pubblico». Cauto anche il consigliere di Confcommercio Milano Simonpaolo Buongiardino: «All'inizio Area C ci ha penalizzati ma oggi è stata digerita. La gente si è adeguata, si è trovato un assetto e anche noi in un certo senso. La bontà di Ecopass stava nella spinta al rinnovo del parco auto, che negli anni è migliorato anche grazie a questo incentivo. Alla fine, nel 2011, erano sempre meno quelli che pagavano per entrare in centro. Per questo la mia ricetta è quella di un mix dei due provvedimenti: manteniamo Area C ma con degli sconti o esenzioni alle auto più nuove». In effetti l'Ecopass aveva incoraggiato in parte il ricambio di auto. Dal 2008 al 2011, il periodo di applicazione del pedaggio antinquinamento, gli Euro 1 si erano dimezzati ed erano arrivati centomila nuovi Euro 4. Ecopass ha ridotto inizialmente le auto in centro, ma dopo quattro anni i suoi benefici sull'aria si sono dissolti, a causa dell'aumento delle vetture "verdi" circolanti. Più netta la posizione di Marco Ponti, docente di Economia dei trasporti al Politecnico che si dichiara contrario a un ritorno al passato:  «Tornare a Ecopass sarebbe un errore tecnico. L'aria è migliorata, si sfora con il Pm10, ma gli altri veleni sono sotto standard. Per questo non è più centrale un ticket antipollution: l'obiettivo che resta forte è quello di ridurre la congestione. Si mantenga Area C, piuttosto la si migliori con elementi ambientali in più a favore di chi inquina meno». Più decise le posizioni contro l'ipotesi di un allargamento dell'area C. Anche il candidato del centro sinistra , Giuseppe Sala, mostra prudenza intorno a questa misura e dichiara che l'allargamento dell'Area C non è una priorità. 

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