Avviati contatti con la Toyota 

Venezia: Car sharing più “pulito” con le ibride

Venezia: Car sharing più “pulito” con le ibride

L'amministrazione comunale di Venezia pronta a firmare un protocollo d'intesa con la casa automobilistica giapponese.

Venezia e Toyota insieme per promuovere lo la mobilità sostenibile: è questo lo scenario a cui sta lavorando l'amministrazione comunale di Venezia. Potrebbe essere questa la strada tracciata da un protocollo d'intesa che dovrebbe essere firmato nei prossimi mesi e al quale l'amministrazione del Sindaco Brugnaro ha dato il primo via libera "esplorativo". La città è da anni in prima linea sulla mobilità "green" con un servizio di car sharing avviato tra i primi in Italia che si serve tra l'altro di automobili ibride. La volontà dell'amministrazione è ora quella di trasformare l'intero parco automobili del car sharing da combustione interna a ibrido/elettrico. La casa giapponese pioniera del settore con la celebre Prius che è stata la prima auto ibrida che ha aperto un nuovo mercato a livello mondiale ritiene la città di Venezia il "veicolo" migliore per promuovere le sue autovetture verdi. L'accordo che Toyota e Ca' Farsetti intendono stipulare punta a fare della casa automobilista il fornitore ufficiale delle motorizzazioni del servizio car sharing. In cambio, svilupperà e promuoverà l'auto a idrogeno proprio da Venezia. Attualmente l'auto a idrogeno esiste già e di chiama Mirai, ma ha costi elevati(circa 70mila euro) e quindi è rivolta ad un segmento di mercato ben specifico. Diverso il discorso per la mobilità sulle vie d'acqua. Al momento le motorizzazioni utilizzate dalle imbarcazioni sono lontane dagli standard richiesti per le autovetture. Ci sono stati tentativi isolati di utilizzare imbarcazioni a motore ibrido o elettrico, spesso con sperimentazioni portate avanti da privati, come dimostra la ventina di barche da lavoro che hanno sfilato in canal Grande nelle Domeniche ecologiche organizzate da Assonautica. Il problema è che non ci sono incentivi sufficienti a cambiare il parco barche e soprattutto non c'è un esempio da parte dell'azienda pubblica, che continua a utilizzare solo motori diesel. Esiste una sperimentazione ibrida, ma fino a quando la propulsione e le soluzioni meccaniche non saranno considerate sicure, le sperimentazioni continueranno a restare tali.

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