Uber Black e Zego sono la nuova minaccia dei tassisti italiani. Dopo la vittoria su Uber Pop le sigle sindacali e le centrali radio mettono nel mirino due nuove applicazioni
Per ora non ci sono prese di posizioni ufficiali ma i tassisti d'Italia sono pronti a dissotterare nuovamente l'ascia di guerra. Dopo la vittoria ottenuta circa un anno fa con la messa fuori gioco di Uber Pop il mondo delle auto bianche è pronto a mobilitarsi nuovamente: questa volta è il turno di due nuove applicazioni che, sebbene diverse nel funzionamento, sono accusate di favorire una concorrenza sleale da parte di autisti improvvisati. Nel caso della prima e più nota applicazione, Uber black, i conducenti di taxi contestano il fatto che agli autisti Ncc (Uber Black si rivolge a questa tipologia di conducenti) non sia fatto obbligo di rientrare in rimessa dopo un servizio. Per quanto riguarda l'altra app "Zego" (evoluzione della più nota Letzgo) ed attiva, per ora, solamente a Milano, Genova e Padova, la battaglia si preannuncia più difficile. Zego, infatti, è lo strumento di «car pooling urbano istantaneo» che mette in contatto un utente che ha bisogno di un passaggio dal punto A al punto B con un guidatore che fa lo stesso percorso e chè è disposto a dare un "passaggio". A fine corsa, il passeggero può selezionare il rimborso spese da corrispondere alla persona che gli ha dato il passaggio e lasciare un feedback per valutare la sua esperienza. Rispetto ad Uber Pop Zego presenta profili giuridici più complessi: difficile, infatti, sostenere con assoluta certezza che il passaggio sia un servizio di taxi camuffato e non anche il gesto di chi vuole dare un contributo al decongestionamento del traffico riempiendo la sua auto dividendo anche le spese del carburante. Fra qualche giorno sapremo se i conducenti di taxi affideranno a un giudice il giudizio su queste due nuove app.