L'intervista a "Repubblica" dell'ex numero uno di Fs

Mazzoncini: “rischioso l’ingresso di Fs in Alitalia”

Mazzoncini: “rischioso l’ingresso di Fs in Alitalia”

Nell'intervista concessa al quotidiano "La Repubblica" l'ex numero uno di Fs indica i rischi dell'ingresso di Fs nel capitale di Alitalia

«L'acquisizione di Alitalia rischia di mettere in difficoltà i conti delle Ferrovie dello Stato». Così, senza giri di parole, Renato Mazzoncini, l'ex numero uno di Fs, liquidato dall'attuale maggioranza di governo in piena osservanza del meccanismo dello spoil system, che prevede l'allontanamento dei dirigenti di aziende pubbliche nominati dalle compagini di governo sconfitte alle elezioni, indica i rischi dell'ingresso di Fs nel capitale di Alitalia in un'intervista concessa al quotidiano "La Repubblica", oggi in edicola.   L'ingegnere bresciano snocciola tutti i punti critici di un'operazione fortemente voluta dall'attuale maggioranza nel tentativo di salvare la compagnia di bandiera dal fallimento.   Dice Mazzoncini: «Penso che si tratti di una prospettiva oggettivamente pericolosa per Fs. Dal punto di vista commerciale, Trenitalia evidentemente ha interesse ad integrare la propria offerta con tutte le compagnie aeree che portano i turisti in Italia. Certamente il turista che arriva a Venezia o a Roma deve muoversi in Italia in treno e ben venga la possibilità di vendere biglietti integrati aereo/treno, purché questo riguardi tutte le compagnie. Tuttavia l'accordo con Alitalia – continua l'ex numero uno – non deve essere in esclusiva, considerando soprattutto che la maggior parte dei turisti arriva da noi con altre linee aeree».   Poi c'è la questione concorrenza. Per Mazzoncini «occorre evitare, con l'acquisizione di Alitalia, di compromettere a livello di collegamenti nazionali, quella concorrenza tra treno e aereo fortemente richiesta ed ormai acquisita dai cittadini». Concorrenza che grazie all'alta velocità ha favorito collegamenti a prezzi stracciati rispetto a quelli praticati da Alitalia. Ma il punto più critico dell'intera vicenda riguarda l'aspetto finanziario. L'ex ad di Fs tira giù i numeri per evidenziare l'enorme rischio che corre Fs.   Il presupposto è che "nonostante un debito di 6,6 miliardi il gruppo FS continua a macinare profitti e il livello di indebitamento non è un problema a condizione che il costo del debito non cresca per effetto dell'ingresso nel capitale Alitalia".   Il punto critico dell'operazione, per Mazzoncini, è infatti proprio il fabbisogno di cassa di "alcuni centinaia di milioni" per Alitalia. A fronte degli investimenti previsti da FS tra il 2019 e il 2023 di 6 miliardi di euro per l'acquisto di nuovi treni regionali, e di un ulteriore miliardo per la sostituzione dei vecchi Frecciarossa, la zavorra di Alitalia farebbe aumentare il costo per reperire sul mercato le risorse finanziarie indispensabili: "A novembre 2017 – ricorda Mazzoncini – lo spread in Italia era a quota 140 e Fs chiudeva il secondo bilancio record di redditività. Ora il rischio, che vedo fin troppo concreto, è che se Fs acquistasse una quota di maggioranza di Alitalia, vedrebbe peggiorare drasticamente tutti gli indicatori del proprio bilancio di gruppo, bruciando anni di lavoro e di notevoli sacrifici interni. Il peggioramento del rating, unito al pericolo che resti alto lo spread Paese, renderebbe certamente maggiore il costo del denaro con il rischio che diventi troppo oneroso completare il rinnovo della flotta regionale».    Date le variabili la soluzione all'equazione è fin troppo facile per l'ex numero uno; l'operazione Alitalia rischia di compromettere lo sforzo di FS di migliorare la qualità del trasporto regionale: "il costo del denaro – dice Mazzoncini – è salito, a mia stima, intorno al 4% per Trenitalia, che equivale ad un maggior costo, su 6 miliardi di investimenti, di 180 milioni all'anno, pari a valore di 18 treni regionali nuovi l'anno. Quindi con gli stessi soldi si compreranno 18 treni in meno ogni dodici mesi».

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