Busitalia presenta un’offerta per l’ultimo 30%

Umbria mobilità, cda vota piano di ristrutturazione

Umbria mobilità, cda vota piano di ristrutturazione

Documento approvato lunedì pomeriggio. Il restante pacchetto di azioni valutato tra gli 11 e i 12 milioni, i soci per ora dicono 'no'. Brutti: «Motrici 'Pintoricchio' ferme, uno scandalo»

Un altro tassello per portare i conti di Umbria mobilità verso un capolinea sicuro, al riparo dagli scossoni. Il consiglio di amministrazione dell’azienda unica dei trasporti lunedì pomeriggio ha votato e approvato il piano di ristrutturazione «asseverato», cioè analizzato e certificato da un tecnico esterno. Un’analisi super partes alla fine della quale viene detto che se Umbria mobilità seguirà quella strada passo passo, a Pian di Massiano i conti torneranno ad essere in salute. Nel documento è prevista anche la ormai famose opzione per la vendita del restante 30% della società: come noto infatti l’azienda, ‘spacchettata’ in una società che si occuperà del core business, ovvero del trasporto di persone, e in un’altra che curerà il patrimonio e cercherà di risanare i conti, è stata acquistata da Busitalia, società del gruppo Trenitalia. Fin dall’inizio del percorso era stata però prevista la possibilità che UM potesse obbligare l’acquirente, entro un anno, di farsi carico di quel 30%. Il piano L’opzione è presente nel piano votato lunedì e da Busitalia, spiegano da Pian di Massiano, l’offerta è già arrivata con una valutazione che si aggira tra gli 11 e i 12 milioni di euro. Per il momento da parte dei soci è stato risposto con un no secco. Nei prossimi mesi però, una volta passata la ‘bufera’ legata alla vendita, i soci pubblici potrebbero anche dire sì e disfarsi dell’ultimo pacchetto di azioni. Un sì condizionato anche al fatto che quel gruzzolo di milioni serve per mettere i conti a posto e, se non li mette sul tavolo Busitalia li dovranno trovare i soci. Il che, visti i tempi, non pare la strada più facile da percorrere. Una buona notizia invece sta nel fatto che la Regione in queste ore ha confermato un impegno straordinario per quanto riguarda l’ex Fcu, garantendo due milioni di euro aggiuntivi per i servizi anche per il 2014 così come fatto nel 2013. Uno spiraglio ulteriore sembra poi aprirsi per la questione dei crediti romani, per i quali esiste un piano di rientro che ha funzionato solo a singhiozzo: Roma Tpl dopo la vittoria di una causa contro Atac si è vista riconoscere dei crediti che, ora, potrebbero prendere la direzione di Pian di Massiano.   Il caso ‘Pintoricchio’ Ferme, invece, ben tre su quattro, sono le motrici ‘Pintoricchio’ comprate nel 2008 al prezzo di 3,5 milioni di euro, «uno spreco intollerabile – spiega il consigliere regionale dell’Idv Paolo Brutti in una nota in cui annuncia di aver presentato un’interrogazione sul tema – che farà imbufalire soprattutto i maltrattati pendolari che prendono il treno ogni giorno per andare al lavoro». «Motrici ferme per il costo esorbitante dei pezzi di ricambio. La cosa assurda – continua – è che l’unica motrice superstite non è messa in grado di funzionare perché non risulta conveniente elettrificare l’intera rete per un solo mezzo, preferendo a questo punto utilizzare le vecchie e inquinanti motrici a diesel». Brutti ricorda poi che prima dell’acquisto «molti esperti avevano sconsigliato il ricorso a questi mezzi che, tra l’altro, visto il tracciato curvilineo della rete umbra, non oltrepassano i 90 chilometri orari quando sono stati concepiti per raggiungere i 160 chilometri orari». Il consigliere Idv conclude chiedendo all’assessore Rometti «come intenda affrontare la questione» e suggerisce il ricorso ai cosiddetti tram-treno, che costano meno e consumano molta meno elettricità.   Il M5S e i guasti I guasti subiti dagli autobus, ultimo dei quali l’incendio di alcuni giorni fa che ha distrutto un mezzo, sono invece al centro dell’intervento del Movimento 5 stelle di Perugia. Guasti che sono «il risultato tangibile di anni di depauperamento delle risorse pubbliche. Non è difficile accorgersi, con una regolarità quasi quotidiana, della presenza di bus in panne ai lati della strada ed il recente incendio di un bus di linea». «L’affidamento della manutenzione dei mezzi pubblici, da parte di Umbria Mobilità, alla società partecipata Savit SrL, avrebbe dovuto consentire una razionalizzazione ed economie gestionali per garantire un servizio efficiente. La realtà, purtroppo, è che si ripete il gioco delle scatole cinesi, tanto caro ai nostri amministratori».

Left Menu Icon