Il consiglio di amministrazione di Aps holding approva, ma con riserva, la fusione con Busitalia. «Il provvedimento è passato ad unanimità – dice il presidente della società del trasporto pubblico
Il consiglio di amministrazione di Aps holding approva, ma con riserva, la fusione con Busitalia. «Il provvedimento è passato ad unanimità – dice il presidente della società del trasporto pubblico padovano Amedeo Levorato -. Ho avuto però mandato dal cda di risolvere alcune questioni legate alla governance e alla capitalizzazione». Le questioni che devono essere risolte entro il 21 febbraio (giorno in cui la controllata di Ferrovie dello Stato dovrà esprimersi sulla fusione con Aps) dovrebbero riguardare i poteri del nuovo amministratore delegato (la nomina dovrebbe spettare a Busitalia) e i soldi che dovranno mettere sul piatto le due società per far spiccare il volo all'operazione. «Operazione – dice ancora Levorato – che va ben oltre all'orizzonte cittadino. La realtà che prenderà corpo dalla fusione di Aps e Busitalia avrà un bacino d'utenza di 1,3 milioni di persone e coprirà il 20% della domanda di trasporto pubblico a livello regionale». «Cosa fondamentale è poi il fatto che verranno garantiti gli standard occupazionali» conclude il presidente. La newco, azienda nuova di zecca, tecnicamente verrà realizzata tramite un conferimento di rami d'azienda. Per quel che riguarda Padova, in capo al Comune rimarrà la gestione dei parcheggi, dei servizi cimiteriali, di Telerete e di Aps Advertising, attività che complessivamente hanno un valore di 20 milioni di euro. Nella nuova società finirà invece tutto il trasporto (le linee del tram rimangono di proprietà comunale, come del resto le proprietà immobiliari), che vale circa 45 milioni di euro. Quanto ai rapporti di forza, all'interno della nuova società, Aps dovrebbe valere il 44%, mentre la controllata di Ferrovie dello Stato il restante 56%. L'operazione, che dovrà essere ratificata dal consiglio comunale (ad oggi però la maggioranza guidata da Ivo Rossi non avrebbe i numeri necessari), non prevede appunto esuberi. Un timore che nei mesi scorsi ha molto agitato le rappresentanze sindacali.