Confermato lo stato di agitazione nel settore del trasporto pubblico dei territori di Modena, Reggio Emilia e Piacenza.I sindacati proclamano quattro ore di sciopero per martedì 8 marzo.
I sindacati hanno proclamato per martedì 8 marzo uno sciopero di 4 ore contro la riorganizzazione degli orari e il regime di turnazione del personale viaggiante elaborato da Seta e che i sindacati giudicano insostenibile. Nonostante la richiesta di collaborazione ai lavoratori avanzata dall'azienda, a causa delle difficoltà patrimoniali e con le scadenze delle prossime gare in vista, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl-Fna, Faisa-Cisal Modena contestano i provvedimenti. In una nota le organizzazioni sindacali sostengono che gli impegni presi dal Presidente Bulgarelli sono stati disattesi: "Seta -dichiarano – si era impegnata a convocare le parti sociali entro febbraio per presentare il nuovo piano industriale, ma ad oggi ciò non è avvenuto. I sindacati sollecitano pertanto la proprietà, gli enti locali modenesi azionisti di Seta e la Regione Emilia-Romagna ad intervenire quanto prima, sia per discutere il piano industriale che per chiarire il progetto dell'azienda unica regionale». Sullo sfondo della protesta rientrano le modifiche del servizio di trasporto pubblico richieste dell'Agenzia provinciale per la mobilità. L'accusa dei sindacati – si apprende dalla nota – è " l'isostenibilità dal punto di vista della conciliazione di tempi di vita e di lavoro del personale". I sindacati parlano di turni che iniziano alle 6 e finiscono alle 19.30, «con varie riprese nell'arco di un nastro orario di 13 ore e 30 minuti: un impegno che non consente nient'altro che lavorare». Il risultato – continua la nota – è quello di un orario di lavoro prolungato, che finisce per avere «ricadute negative anche sulla qualità e la sicurezza del servizio, per l'inevitabile calo della concentrazione alla guida dei bus».
Lavoratori e sindacati contestano anche «l'aumento delle procedure disciplinari inflitte ai lavoratori, con conseguenti decurtazioni dello stipendio, per effetto della continua riorganizzazione del servizio». Vengono citate ad esempio le modifiche al programma di esercizio non testate sul campo, «che portano ogni giorno tre filobus di 18 metri ad incolonnarsi in fondo a viale Gramsci costringendo l'utenza al trasbordo da un mezzo all'altro». Altro nodo quello dei lavoratori nuovi assunti, pari a «una trentina dal 2014: non viene riconosciuta la contrattazione aziendale di secondo livello con una secca decurtazione di 3-400 euro mensili, a fronte di turni di lavoro che li impegnano su un nastro di 12 ore al giorno».