Notte infruttuosa: trattativa ancora in alto mare per gli autoferrotranvieri. A Genova oggi gli autobus sono rimasti nei depositi

Notte infruttuosa: trattativa ancora in alto mare per gli autoferrotranvieri. A Genova oggi gli autobus sono rimasti nei depositi

Al Welfare  la trattativa è andata avanti in seduta notturna. Oggi il faccia a faccia riparte in tarda mattinata Genova ha adottato la linea dura. A fronte di un nulla

Al Welfare  la trattativa è andata avanti in seduta notturna. Oggi il faccia a faccia riparte in tarda mattinata

Genova ha adottato la linea dura. A fronte di un nulla di fatto sul percorso della trattativa per il rinnovo del contratto degli autoferrontranvieri è Genova la prima città a scendere in sciopero. I bus sono rimasti nei depositi, bloccati da vetture sistemate per impedire l´accesso, e i conducenti hanno incrociato le braccia.
La trattativa per il rinnovo del contratto è andata avanti tutta la notte fino alle prime ore della mattina mettendo a segno un nulla di fatto.
Le posizioni fra governo e sindacati sono ancora molto lontane. A fronte della richiesta degli autoferrotranvieri, che si aggira attorno ai 100 euro, il governo ha posto sul piatto della bilancia un aumento pari a 80 euro con il conferimento di una ´una tantum´ di 500 euro circa.

Dopo lo stop la trattativa riprenderà in tarda mattinata e i sindacati si esprimeranno formalmente sull´offerta proposta questa notte al tavolo del ministero del Welfare.

´Noi siamo favorevoli a chiudere un accordo completo nel giro di poche ore – fanno sapere in un comunicato da Amt Genova –  Spiace dirlo, ma le ´spallate´ in questi ultimi giorni di Milano, Torino, Brescia e oggi di Genova sono coerenti con un rituale che prevede ormai come normali gli scioperi anomali senza reazioni efficaci del sistema. Si tratta di una situazione annunciata da molti mesi e descritta in dettaglio da molte settimane, in cui si parlava già di un aumento di 80 euro, mentre in queste ore si discute della misura di un´una tantum come ultimo pacchetto da confezionare prima di Natale.

Purtroppo a livello nazionale non si è ancora compreso che vi sono due problemi, e cioè non solo quello della dinamica salariale ma anche quello della sopravvivenza delle Aziende alle quali, come alla nostra, sono venuti a mancare i contributi pubblici che per legge devono integrare per il 65% il costo del servizio, coperto dalle tariffe solo al 35%. Così i costi aumentano e le risorse si esauriscono. Forse non è ancora troppo tardi per affrontare il problema globale del trasporto pubblico, ma tutto il settore, i sindacati e il governo non hanno più molto tempo da perdere´.

Manuela Michelini – clickmobility.it
(19-12-2003)

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